IL DIZIONARIO Ci sarà tempo per lasciare ai critici di professione l'analisi del siciliano-non siciliano di Andrea Camilleri e...
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Ci sarà tempo per lasciare ai critici di professione l'analisi del siciliano-non siciliano di Andrea Camilleri e delle parole (siciliane, inventate, coltissime, antiche) usate dal papà di Montalbano per ammaliare i suoi lettori. Alcuni termini sono entrati nell'uso comune.
A taci-maci: di nascosto. A tinchitè: in abbondanza. Abbanniare: tipico dei venditori di strada per bandire la merce. In Camilleri: diffamare, svergognare in pubblico. Ammammaluccuto: da mammalucco, nel senso di sciocco, goffo. Cioè chi rimane sbalordito con faccia da sciocco. Ammuccare: inghiottire. Metafora per dire che uno prende per buona una notizia non vera. Annacare: cullare, farsi beffe di qualcuno, perdere tempo gingillandosi. Asciucato: asciugato, consunto, dimagrito. Asciucarisi a unu: uccidere qualcuno. Attaccare turilla: attaccar briga. Aver gana: avere intenzione e voglia. Babbiare: prendere in giro. Lo Zanichelli precisa che viene da babbu, termine onomatopeico per dire stupido.
Cabasisi: il commissario Montalbano li rompe puntualmente al dottor Pasquano. Camurria: grossa scocciatura. Storpiatura della parola gonorrea, malattia venerea fastidiosa, e quindi parola un tempo assolutamente vietata.
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Il Gazzettino