Il tunisino se n'era andato dal Cie di Torino, dove era in attesa del provvedimento di espulsione, per ritornare a Padova a perseguitare la ragazza che era in attesa di un suo...
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Lui è un tunisino venticinquenne, venuto in Italia, come tanti connazionali, per vivere clandestinamente e senza una dimora fissa. Lei ha ventitré anni ed è figlia di una famiglia di romeni, qui a Padova da tanti anni, e ormai italianizzati.
Non importa come si sono conosciuti, è certo che si sono frequentati da più di otto mesi. Lei viveva con i genitori, lui con gli altri clandestini della sua specie. Presumibilmente si manteneva spacciando sostanze stupefacenti.
Ma i problemi sono inizia lo scorso marzo, quando lei era già in attesa di un figlio. Il tunisino voleva imporle una vita tutta a modo suo. La sua compagna non doveva uscire di casa. Non doveva andare al bar. E, siccome lei continuava a fare la sua vita, il magrebino ha alzato il tiro. E le sue frasi adesso gliele contesta il pubblico ministero Roberto Piccione che lo ha mandato alla casa circondariale di Due Palazzi con un ordine di custodia cautelare per stalking, lesioni e rapina. Le frasi erano gravissime: «Ti metto in carrozzina», «Ti faccio bruciare la casa», «Puoi buttare quello che ti porti dentro», riferendosi alla creatura che sta per nascere.
Le prime denunce sono state presentate a marzo e questo aveva coinciso con il provvedimento di espulsione. E la polizia ha preso il tunisino e lo ha portato nel centro di espulsione di Torino. Purtroppo il provvedimento ha tempi lunghi e il nordafricano se n'è andato dal Cie ed è ritornato a Padova.
Sono state le bottiglie di vetro lanciate contro il portone del condominio a dire alla ventitreenne e ai suoi genitori che il tunisino era ritornato in città. E altre bottiglie di plastica le aveva lanciate anche contro il tram, quando l'aveva vista salire sul mezzo pubblico.
I calci in pancia e la rapina del cellulare, fatti avvenuti in pubblico, hanno convinto il sostituto procuratore Piccione di chiedere la cattura del tunisino. Il tunisino adesso è al Due Palazzi, ma continua anche il suo procedimento di l'espulsione dall'Italia.
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Il Gazzettino