Peter e Jimi, con il gran finale gli hippie persero l'innocenza

Peter e Jimi, con il gran finale gli hippie persero l'innocenza
L'ANNIVERSARIOChissà cosa direbbe Peter Fonda, oggi, vedendo Woody Harrelson fumare un sigaretta elettronica alla marijuana nei party di Cannes. E chissà cosa direbbe dei nuovi...

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L'ANNIVERSARIO
Chissà cosa direbbe Peter Fonda, oggi, vedendo Woody Harrelson fumare un sigaretta elettronica alla marijuana nei party di Cannes. E chissà cosa direbbe dei nuovi e vecchi divieti - vietato fare selfie, obbligatori tacchi e papillon per le premiere - cui tutte le star invitate in Costa Azzurra si attengono scrupolosamente. Eroe per acclamazione della controcultura hippie, Fonda - insieme a Dennis Hopper e Jack Nicholson - con Easy Rider riuscì a portare al Festival di Cannes, nel maggio 1969, lo spirito che sarebbe dilagato a Woodstock, nella città rurale di Bethel, appena tre mesi dopo. Le foto d'epoca, che il festival ha rispolverato recentemente per i cinquant'anni del film, parlano chiaro: Fonda, capelli lunghi e occhialoni, che sale la prestigiosa montèe de marche insieme ai due colleghi, vestiti con le divise della guerra civile. Il cerimoniale del festival si interrogò sull'opportunità di farli entrare in sala vestiti in quel modo e poi, leggenda vuole, si decise per il si: una divisa militare, fu la soluzione, è pur sempre un abito da sera.

Del resto quel film, di cui Fonda fu interprete e produttore, parlava la stessa lingua del pubblico di Cannes, oltre che di quello di Woodstock: liberi pensatori, intellettuali, studenti, figli dei fiori, sperimentatori di sostanze, amanti della musica rock. Nell'arco di pochi mesi - il film di Hopper uscì nel luglio 1969, Woodstock iniziò il 15 agosto successivo - il movimento hippie si trovò così al centro della cultura popolare, con un film capace di conquistare il pubblico più trasversale (costato 400.000 dollari, Easy Rider incassò 60 milioni, vinse il premio per la miglior opera prima a Cannes e fu candidato agli Oscar) e un concerto durato quattro giorni (tre, in teoria: ma Jimi Hendrix si decise a suonare solo all'alba del 18 agosto) che in tre giorni di pace e rock riunì il meglio della musica del tempo, da Janis Joplin ai Grateful Dead, dai Creedence Clearwater Revival ai The Who e i Jefferson Airplane. Ma quando la controcultura finisce al centro della cultura ufficiale, è segno che qualcosa nell'integrità del movimento si sta incrinando: fu proprio nell'agosto di quell'anno infatti che si consumò il massacro della setta di Manson, un ramo deviato e sanguinario degli hippie, che segna simbolicamente in tragedia la fine del movimento peace and love.

E la morte di Fonda, a cinquant'anni dall'anniversario dell'ultimo concerto prima della perdita dell'innocenza degli hippie, assume così una valenza simbolica. Segna la fine di un'era libera, sì ma contraddittoria: se Easy Rider fu un film della controcultura, ma anche un successo commerciale, Woodstock divenne un simbolo da replicare (vedi alla voce Festival dell'isola di Wright), mai più con lo stesso successo epocale.
I. Rav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino