«Persi duemila posti in sette anni La scuola arranca, ma è il futuro»

«Persi duemila posti in sette anni La scuola arranca, ma è il futuro»
MANIFESTAZIONEUDINE «È andata bene, la partecipazione dei lavoratori è stata significativa. Speravamo forse in una maggiore presenza dei genitori, ma i problemi della scuola...

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MANIFESTAZIONE
UDINE «È andata bene, la partecipazione dei lavoratori è stata significativa. Speravamo forse in una maggiore presenza dei genitori, ma i problemi della scuola non si chiudono con una manifestazione e quindi ci saranno altre occasioni perché ci siano». Donato Lamorte, segretario regionale della Cisl Scuola, ha appena concluso la manifestazione regionale unitaria - con Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Snals Confsal che si è svolta a Udine nell'area del centro studi in contemporanea con altre 100 piazze italiane per un Manifesto per la scuola. La Scuola è aperta a tuttI.

LE RAGIONI
A quarant'anni dalla morte di don Milani e nell'anno dei 70 anni della Costituzione «abbiamo voluto ribadire che la scuola non può essere un bancomat come è stata interpretata in questi anni e che va rimessa al centro delle politiche governative, perché è un investimento per il futuro», prosegue il sindacalista. Non escluso dalla manifestazione il problema del rinnovo contrattuale «che, al di là degli annunci sui mezzi di comunicazione, ancora non c'è, non abbiamo neppure una bozza», continua Lamorte, che mette in fila tutte le problematicità in cui naviga una scuola «sempre più burocratizzata e verticalizzata». Se i problemi connotano la vita di chi a scuola ci va o lavora ogni giorno, secondo i sindacati ostico appare ormai anche il percorso per arrivare a entrare a scuola da insegnanti. «Dobbiamo dire ai nostri ragazzi aggiunge il sindacalista che, finite le scuole superiori, per diventare insegnante deve mettere in conto altri 10 anni, comprendenti la laurea, poi l'abilitazione e quindi un percorso triennale di praticantato pagato solo all'ultimo anno. Tutto ciò obietta Lamorte mentre ovunque in Europa un titolo di studio è immediatamente spendibile nel mondo del lavoro. Da noi no». Il «Manifesto per la scuola» rilancia un'idea di scuola come bene comune che appartiene a tutto il Paese, «aperta e inclusiva, pronta ad accogliere anche i nuovi italiani; una scuola fondata sul pluralismo, sull'autonomia e sulla collegialità e che afferma la centralità della persona all'interno del processo educativo ; che garantisce il diritto all'apprendimento a tutte e a tutti». Questioni sulle quali i sindacati hanno puntato a coinvolgere «la società civile, ritenendo che anche il contratto nazionale di lavoro per il cui rinnovo siamo fortemente impegnati costituisca un indispensabile strumento per migliorare efficacia e qualità del sistema scolastico, nell'interesse delle giovani generazioni e dell'intera comunità locale», sostiene.
POSTI DI LAVORO

«Oggi aggiunge il segretario regionale Flc Cgil, Adriano Zonta è una giornata importante per la scuola e per ribadire una frase di don Milani: la scuola è di tutte e di tutti, la scuola è un diritto irrinunciabile e lo Stato deve fornire gli strumenti e deve dare la possibilità a tutti di frequentarla». Secondo i dati forniti dalla Cisl Scuola, nel solo Friuli Venezia Giulia «negli ultimi 6-7 anni si sono persi 2mila posti di lavoro, tra 1.200 posizioni docenti e 800 Ata, al netto delle ultime assunzioni». Occorre perciò, sottolinea Zonta, che «sia riconosciuta l'importanza e la professionalità del personale del personale che lavora nelle nostre scuole. Oggi non è così: da 10 anni questi dipendenti sono senza contratto, con carichi di lavoro enormi e senza risorse». Da qui le sollecitazioni anche della Flc Cgil affinché «la scuola sia considerata un investimento per lo Stato e non un costo, valorizzando le persone che ci lavorano e, quindi, gli studenti».
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Il Gazzettino