Perse 890 imprese in soli otto anni: l'occupazione cala del 3,8 per cento

Perse 890 imprese in soli otto anni: l'occupazione cala del 3,8 per cento
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IL LAVORO
BELLUNO Lavoro, tutto bene? Sì, anzi no. Dipende dai punti di vista. La presenza di grandi imprese che viaggiano con il vento in poppa e le performance sempre brillanti dell'occhialeria sui mercati esteri non bastano a far andare il Bellunese. Perché la realtà dice un'altra cosa. Se si guarda solamente al tasso di occupazione, viene da dire che la provincia dolomitica se la passa benissimo. Molto meglio di altre realtà dello Stivale. Se invece si guarda ai dati assoluti, ci si accorge che in dieci anni si sono persi quasi 3.600 posti di lavoro. Numeri da panico.

LE IMPRESE
Il quadro da tregenda parte da una cornice a dir poco critica. Il report della Cgia non ha problemi a usare parole forti come «desertificazione imprenditoriale». Del resto i numeri parlano chiaro. Dalla fine del 2009 alla fine del 2017 sono state perse 890 imprese e il numero delle imprese attive è sceso di quasi il 6%; nello stesso periodo, Trento è calata del 4,4%, mentre Bolzano è cresciuta del 2,5% (anche il dato a livello nazionale è migliore rispetto a quello bellunese, -2,5%). Il problema diventa ancora più grosso se si guarda da un altro punto di vista, quello del tasso di imprenditorialità: in provincia difatti si arriva appena ad un tasso di 7 imprese ogni 100 abitanti; altre aree montane fanno decisamente meglio: Bolzano ne conta 10,4, Aosta 8,7, Trento 8,6, Sondrio 7,7 e Verbano-Cusio-Ossola 7,3.
L'OCCUPAZIONE

Se l'imprenditorialità è in flessione, il lavoro non può essere in ottima salute. Anche in questo caso il report parla chiaro: gli occupati sono scesi, i disoccupati sono saliti. E l'aumento del tasso di occupazione? È dovuto al crollo demografico. Per cui, diminuita la popolazione attiva, la percentuale di chi lavora è inevitabilmente cresciuta. Ma non significa niente. I numeri lo testimoniano: prendendo come base di riferimento l'anno 2007, che rappresenta per Belluno il picco occupazionale, in 10 anni la provincia bellunese ha subito una flessione di quasi 3.600 occupati. La variazione percentuale dell'occupazione (-3,8%) è per Belluno la peggiore rispetto alle altre aree montane. Bolzano, tanto per fare un esempio, ha aumentato i posti di lavoro (+25mila unità, +11,1%), al pari di Trento (+14mila unità, +6,6%).
D. T.
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Il Gazzettino