Pasticcio Unioni, la soluzione di Saro

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IL CASO UDINE Comuni insieme sulla base di convenzioni volontarie e di...

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IL CASO

UDINE Comuni insieme sulla base di convenzioni volontarie e di istituti premianti, non punitivi. Tra loro e la Regione, poi, tre aree vaste (elettive) che devono ricalcare quelle della nuova riforma sanitaria. Non una riforma «contro quella della Giunta Serracchiani», ma una riforma perché «quella del Centrosinistra oggettivamente non funziona. Venti modifiche alla norma in tre anni stanno lì a dimostrarlo». Il capogruppo di Progetto Fvg in Consiglio comunale Mauro Di Bert ieri ha spiegato così la sostanza della proposta di riforma degli enti locali che il partito di maggioranza coordinato dall'ex senatore Ferruccio Saro ha presentato ieri sera a Martignacco in un incontro pubblico in cui sono intervenuti l'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, il costituzionalista Mario Bertolissi, il consigliere regionale Giuseppe Sibau, il sindaco di Cavasso Nuovo Emanuele Zanon e il consigliere regionale Christian Vaccher. «Dobbiamo organizzare la regione in forma federale smontando il neocentralismo degli ultimi anni che ha trasferito funzioni dal basso verso l'alto, esattamente il contrario di quanto deve succedere», è entrato nei particolari Saro, dando al contempo una visione d'insieme del progetto di Progetto Fvg. «Le tre macro aree dovrebbero rispondere all'area giuliana con Trieste e Gorizia, al Friuli Occidentale con Pordenone e a quello Centrale con Udine». La collaborazione dei Comuni, secondo la civica coordinata da Saro, «dovrà essere su base volontaria» e questa volta dovrebbe funzionare rispetto all'esperienza degli Aster della legge 1/2006 voluta dall'allora amministrazione Illy (la cosiddetta «legge Iacop») soprattutto «perché sono passati 12 anni e i tempi sono radicalmente cambiati», ha osservato il capogruppo Di Bert. Anche allora fu istituito un sistema incentivante, ma la comunione delle funzioni far Comuni spesso è finita con il finire dei finanziamenti. «Forse ha ragionato il capogruppo Di Bert, già sindaco allora il territorio non seppe cogliere tutte le potenzialità di un simile strumento». Le aree vaste, terra di mezzo tra Regione e Comuni, dovrebbero essere il punto sul quale conferire funzioni sovracomunali e in trasferimento dalla Regione, per rendere quest'ultima «più snella, dedicata a funzioni legislative, di programmazione strategica sul fronte economico e politico e di gestione complessiva delle risorse». Insomma, ha esemplificato Saro, «non è possibile che la Regione si occupi di dare i contributi ad associazioni sportive locali, è maggiore il costo della pratica che il contributo». Le novità di Progetto Fvg, però, non sono finite qui. «Attraverso le competenze che la Regione ha sui dipendenti pubblici ha aggiunto l'ex senatore Saro -, dobbiamo rivedere le disposizioni della legge Bassanini, per ridare potere, dentro le amministrazioni, alla parte politica anziché concentralo sui funzionari». Non da ultimo, il consigliere regionale di Ar Giuseppe Sibau che è confluito nel gruppo di Progetto Fvg ha lanciato la proposta, sostenuta dalla civica di Saro, di liberalizzare i mandati dei sindaci e degli amministratori locali, poiché devono essere i cittadini a decidere se e quando mandare a casa un amministratore e non un atto normativo. Un'idea, ha commentato Saro, che «va in soccorso in particolare dei piccoli Comuni, dove non è sempre facili trovare persone preparate e con esperienza che si mettano a disposizione». Per i tempi della riforma degli enti locali, Progetto Fvg auspica che vada in porto entro la prima parte del 2019 per arrivare «alle elezioni degli organi delle aree vaste nell'autunno del prossimo anno», ha concluso Saro.

Antonella Lanfrit
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Il Gazzettino