Passano dal Molise i due fronti di Matteo: frenare i Cinquestelle e staccare i forzisti

Passano dal Molise i due fronti di Matteo: frenare i Cinquestelle e staccare i forzisti
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LE ELEZIONI
ROMA Il certificato sull'esistenza del Molise ieri lo ha stampato addirittura il New York Times che ha dedicato un lungo reportage alla più piccola delle Regioni italiane ordinarie (la Valle d'Aosta è a statuto speciale) che spesso viene dimenticata assieme ai suoi 314.000 abitanti disseminati in ben 136 cittadine e paesi.

Domani i molisani votano per le regionali e il quotidiano della globalissima New York si è stupito per i gran tour elettorali dedicati a questo spicchietto d'Italia dai massimi leader nazionali come Luigi Di Maio per i Cinquestelle, Silvio Berlusconi per Forza Italia e Matteo Salvini per la Lega. «Sì - scrive il Nyt - il Molise stavolta potrebbe sbloccare Roma».
Già perché anche in America non è sfuggito che anche in Molise la gara è a due: M5S e Lega. Lega e non centrodestra perché anche in queste contrade si combatte la feroce competizione della (ex?) coalizione salvianian-berlusconiana qui divisa addirittura fra nove liste che ne sostengono il candidato alla presidenza: Donato Toma, presidente dell'ordine regionale dei commercialisti.
E qui c'è tutto il valore aggiunto nazionale delle regionali molisane. Il Molise è il prossimo tassello della strategia a tenaglia di Matteo Salvini, ovvero quella di impedire al M5S di acquisire la Regione e contemporaneamente di superare con il marchio Lega, denordizzato, la Forza Italia dell'alleato-nemico Silvio Berlusconi.
Giochetto fattibilissimo dalle parti di Campobasso. La legge elettorale regionale infatti assegna la maggioranza dei seggi al presidente che prende più voti. Ma contemporaneamente Forza Italia, che alle politiche di marzo ha ottenuto il 16% circa dei consensi contro l'8 del Carroccio, si è spappolata in un sacco di liste capeggiate da ras locali l'un contro l'altro armati.
Due in particolare rappresentano filiere elettorali consolidate: una fa capo all'ex governatore della Regione, Michele Iorio, e una al ras della sanità privata della provincia di Isernia, l'eurodeputato Aldo Patriciello.
DOPPIA STRATEGIA
Dunque la Lega, se tutto andasse secondo i piani salviniani, può ottenere il presidente regionale ed essere la prima lista della coalizione di centrodestra o di ciò che ne rimarrà..
Poi toccherebbe al Friuli, domenica 29, dove il candidato presidente è uno dei fedelissimi di Salvini, Massimiliano Fedriga volto noto dei talk show.
In lotta voto a voto col centrodestra c'è, manco a dirlo, il M5S. Che qui, come in tutto il Sud, alle politiche ha sbancato con il 44,8%, contro il quasi 30% del centrodestra e il mesto 18% dei Dem. Il candidato governatore pentastellato si chiama Andrea Greco: 33 anni, laureato in legge, primo dei non eletti alle elezioni del 2013. Da allora ha fatto il portaborse di un deputato regionale M5S che ora è diventato deputato nazionale.

Infine resta il Pd che qui si presenta con una coalizione di cinque liste compresi i bersaniani di LeU. Il suo candidato è Carlo Veneziale, ex assessore della precedente giunta di centrosinistra.
Diodato Pirone
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Il Gazzettino