Parolacce, punizioni e scatti di rabbia nelle segnalazioni fatte agli inquirenti

Parolacce, punizioni e scatti di rabbia nelle segnalazioni fatte agli inquirenti
LE ACCUSEUDINE L'insegnante friulana coinvolta nell'inchiesta della Procura di Udine, secondo le testimonianze e le risultanze investigative raccolte dagli inquirenti, si sarebbe...

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LE ACCUSE
UDINE L'insegnante friulana coinvolta nell'inchiesta della Procura di Udine, secondo le testimonianze e le risultanze investigative raccolte dagli inquirenti, si sarebbe resa protagonista di improvvise esplosioni di rabbia, anche durante le ore di lezione, e avrebbe inveito nei confronti dei suoi alunni, talora anche tenendo il volto vicino a quello del destinatario delle sue parole. In qualche caso, li avrebbe etichettati con epiteti come ebeti o asini o anche suini. Le segnalazioni giunte agli investigatori parlano anche di altri episodi, in cui avrebbe sbattuto sulla cattedra la borsa, penne, quaderni. In un'occasione li avrebbe minacciati con espressioni del tipo butto una bomba in questa scuola così morite tutti... mi alleo con la Corea del Nord e metterò una bomba atomica in questa scuola con tutti voi dentro. Secondo le testimonianze raccolte, più volte la docente avrebbe imposto a qualche alunno di restare fuori dall'aula non permettendogli di assistere alla maggior parte della lezione, anche senza ragioni particolari. In alcuni casi avrebbe mimato il gesto di lanciare contro di loro gli oggetti più vari e avrebbe anche preso a calci degli zaini. Un'altra volta avrebbe detto ai suoi alunni: Siete tutti degli idioti! Vi faccio ingoiare il cancellino!.

Ma, sempre stando alle accuse, sulla base delle segnalazioni e delle testimonianze raccolte dagli inquirenti, la docente talora avrebbe anche afferrato con forza i suoi studenti, prendendoli per la schiena o premendo sul volto. Una volta, stando alle testimonianze raccolte, avrebbe scagliato una sedia contro un alunno, in un'altra occasione avrebbe anche sferrato uno schiaffo a mano aperta sulla guancia a un ragazzino nel giardino della scuola. In un'occasione, secondo le testimonianze, avrebbe mortificato un'alunna con una frase a doppio senso, che avrebbe fatto piangere la ragazzina. Una volta, stando a quanto riferito dalle testimonianze, avrebbe trascinato il banco di un alunno dal fondo dell'aula alla prima fila con tale impeto da urtare il radiatore e romperne l'umidificatore.

Va detto, però, che le immagini riprese dalle telecamere a scuola nel corso delle indagini della Squadra Mobile, avrebbero escluso gesti di violenza fisica, mentre avrebbero documentato come improperi e sfoghi di rabbia della docente fossero, sempre stando alle accuse, all'ordine del giorno, per richiamare gli alunni più irrequieti in una classe ritenuta difficile. In un caso, documentato dalle intercettazioni ambientali, si sarebbe rivolta a una ragazzina definendola scimmia, in un altro avrebbe definito degli alunni della sua classe ebeti. Le reazioni di alcuni alunni di fronte ai suoi sfoghi, documentate dalle intercettazioni, non sarebbero state di timore o soggezione ma spesso di riso o addirittura di scherno. Tuttavia, secondo l'accusa, queste reazioni sarebbero arrivate dalla parte più irrequieta della classe, mentre gli alunni più timidi, secondo le segnalazioni riferite, sarebbero stati angosciati e impauriti.
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Il Gazzettino