Paola Turci a Mestre: «Mi sento viva da morire»

Paola Turci a Mestre: «Mi sento viva da morire»
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«Nel 1990 in Frontiera raccontavo la storia di un ragazzo che partendo dal Sudamerica provava a raggiungere gli Stati Uniti, quel sogno detto America, ma che veniva rimandato indietro, ammanettato. Sono passati trent'anni, eppure nel mondo esistono ancora muri che dividono le persone». A parlare è Paola Turci, che stasera sarà in concerto a Radio2 Live negli studi Rai di via Asiago per un'anteprima del suo nuovo tour in partenza martedì da Torino e che arriverà al teatro Corso di Mestre venerdì 15 novembre. «Nel concerto che porterò sui palchi dei teatri ci saranno momenti di riflessione. È importante affrontare certi temi, oggi più che mai», dice la cantautrice romana (55 anni). A proposito di Muri: nell''89, mentre cadeva quello di Berlino, lei collezionava i primi successi: «Per la mia carriera quello fu l'anno della consacrazione. Partecipai al Festival di Sanremo con Bambini tra gli emergenti: mi classificai al primo posto e vinsi anche il Premio della Critica. Subito dopo uscì Paola Turci, il mio primo vero album dopo l'esordio con Ragazza sola, ragazza blu, che era una raccolta di singoli», ricorda. La maturità, però, arrivò più in là, quando cambiò casa discografica, passando dalla It alla multinazionale BMG: «In quel momento cominciai a fare di testa mia, scrivendo le canzoni e indossando per la prima volta i panni di cantautrice. A partire da Stato di calma apparente e dall'album Ragazze del 1993: lì misi tutta me stessa». Subito dopo l'uscita di quel disco, il brutto incidente più volte raccontato. Le ferite, quelle psicologiche, sono rimaste aperte per molti anni. La rinascita con Fatti bella per te, l'inno femminista scritto insieme alla collega Giulia Ananìa, Luca Chiaravalli (il suo attuale produttore) e Davide Simonetta: «Sto vivendo un periodo felice della mia carriera», dice lei, «mi sento Viva da morire, come il titolo del mio nuovo disco. In questi concerti nei teatri racconterò proprio la serenità ritrovata negli ultimi anni». Particolarmente attiva sui social, la cantautrice non manca di dire la sua sulle vicende italiane: «Assurdo, inconcepibile e osceno», ha scritto commentano la notizia della scorta a Liliana Segre. «È vergognoso che nell'Italia del 2019 venga alimentato quest'odio e che una certa politica minimizzi tutto ciò», osserva, «ogni volta che ascolto le parole della signora Segre, mi emoziono». (M.Mar.)

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Il Gazzettino