Palmanova, subito bagarre sul punto nascita trasferito

Palmanova, subito bagarre sul punto nascita trasferito
SANITÀPALMANOVA In un caldo sabato mattina sono scoppiate scintille. E quando si parla di sanità non ci vuole molto a scaldare gli animi. Fischi e contestazioni hanno accolto...

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SANITÀ
PALMANOVA In un caldo sabato mattina sono scoppiate scintille. E quando si parla di sanità non ci vuole molto a scaldare gli animi. Fischi e contestazioni hanno accolto ieri mattina a Palmanova il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, e il suo vice Riccardo Riccardi, presenti nella città stellata per difendere le scelte dell'esecutivo in tema di sanità, che tradotto significa chiudere il punto nascita di Palmanova per riaprire quello di Latisana. Sindaci del territorio e cittadini si sono mobilitati raccogliendo 16.500 firme per la struttura palmarina, firme che non sono mai giunte nelle mani di Fedriga. «Non ci hanno fatto parlare, ci hanno negato il dibattito, ci hanno negato di consegnare le 16.500 firme pubblicamente davanti ai cittadini ha tuonato il sindaco di Palmanova, Francesco Martines - Oggi ci hanno dimostrato una volta di più che hanno paura del confronto perché sanno benissimo che le loro scelte sono scellerate e indifendibili davanti a qualsiasi cittadino e soprattutto davanti ai numeri. L'obiettivo è chiaro: vogliono chiudere entrambi i punti nascita e ridimensionare la rete ospedaliera della Bassa friulana».

A fargli da eco, tricolore in spalla, anche i sindaci di Cervignano, Bagnaria Arsa, Campolongo-Tapogliano, Torviscosa, Terzo d'Aquileia, Aiello, Romans d'Isonzo, Chiopris-Viscone, San Vito al Torre, Grado, Gradisca d'Isonzo, Villesse, Medea, Bicinicco, Ruda, Fiumicello-Villa Vicentina. «Cosa faranno se tra un anno Latisana non raggiungerà i 500 parti? Chiuderanno anche quel punto nascita? Se il problema è la programmazione e il calo delle nascite perché non si chiudono anche gli altri punti nascita minori, primo fra tutti Monfalcone, che sta a 20 minuti da Trieste, e il punto nascita privato di Pordenone?», si chiede il primo cittadino.
«Le decisioni in tema di sanità - ha ribattuto Fedriga - non possono essere compiute per ottenere un consenso immediato perché in gioco c'è il futuro della nostra salute. Sarebbe stato più facile tenere aperti tutti e due i punti nascita, ma questa non è la politica che pensa al futuro. La soppressione del punto nascita di Palmanova non significa chiudere la struttura ospedaliera, quanto invece potenziarla. Grazie a questa programmazione possiamo garantire che gli ospedali resteranno aperti. Diversamente, se non si fossero operate delle scelte, il rischio concreto sarebbe stato quello di vedere un sistema non in grado di reggere, con la conseguente chiusura dei presidi ospedali».

E di scelte coraggiose ha parlato Riccardi, «dividere le prestazioni su tutti i presidi della regione non è sinonimo di sicurezza». Un incontro caldo, in cui irrompono anche i 5Stelle. «Capiamo la necessità di spiegare le scelte fatte, come nel caso del punto nascita e della Pediatria di Latisana, ma non è più procrastinabile il confronto sul nuovo modello di sanità - afferma il consigliere regionale Andrea Ussai - È comprensibile l'esigenza di rivendicare questa scelta, ma ci sembra sia urgente iniziare il confronto, dati alla mano, sul nuovo modello di sanità Fvg anche con i consiglieri regionali, sindacati e i professionisti di tutto il territorio».
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino