"In die septima", come si dice nel linguaggio ecclesiastico, cioè una settimana dopo la morte, una messa in suffragio dell'anima di padre Enzo Poiana verrà celebrata stamane...
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Ma un altro "momento" è previsto, "in memoriam": nel trigesimo della scomparsa, una solenne liturgia sarà organizzata in un orario accessibile al maggior numero di fedeli possibile.
Il ricordo di padre Enzo Poiana in tutto il mondo dei devoti del Santo è stato testimoniato e continua a esserlo attraverso messaggi pervenuti in questi giorni ai frati della basilica.
La comunità italiana (tantissimi i friulani) di Toronto è stata fra le prime a ricevere la notizia dell'accaduto in quel di Bibione martedì scorso, per il semplice motivo che tra i frati ospiti della casa per ferie dell'Ordine c'era padre Vitaliano Papais, assistente della sezione Ana della capitale canadese, che ha telefonato subito a Gino Vatri, presidente del locale sodalizio delle Penne Nere. Vatri, impossibilitato a partecipare al raduno degli Alpini del Triveneto tenuto a Gorizia nel giugno scorso, aveva seguito con altri soci, attraverso una televisione, un momento di quell'evento: la messa celebrata proprio da padre Enzo, e «questo ricordo - dice - è molto vivo in tutti noi».
Da parte loro, altre istituzioni e persone singole padovane e del Triveneto non hanno mancato di dare testimonianza di solidarietà cristiana alla comunità minoritica conventuale del Santo e ai familiari di padre Enzo in quel di Corona di Mariano del Friuli, dove l'altra sera, praticamente tutto il paese è intervenuto alla messa celebrata dal parroco don Tomasin.
Tornando al Santo, un ricordo particolare e recentissimo del Rettore ce l'ha Isaia, dei Volontari della Speranza di Rosolina e Padova, ai quali proprio padre Enzo aveva dato una sede e un'autorimessa per il furgone utilizzato per il trasporto di alimentari e beni di prima necessità per poveri, sinistrati, case di riposo.
«Due settimane prima della morte, incontrandolo al Santo, padre Enzo mi aveva consegnato una busta con una bella somma per una delle nostre opere di carità».
Al religioso, peraltro, si rivolgevano non pochi padovani mettendo nelle sue mani offerte per i poveri, che venivano girate tempestivamente alle varie opere di bene che dal convento si diffondo in varie direzioni.
Per dire che questa figura di frate e di uomo affascinava sotto diversi punti di vista tantissime persone, e non soltanto credenti.(((lugaresig))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino