Oscar Giannino Ieri alla notizia dell'arresto da parte degli Stati Uniti

Oscar Giannino Ieri alla notizia dell'arresto da parte degli Stati Uniti
Oscar Giannino Ieri alla notizia dell'arresto da parte degli Stati Uniti della figlia del fondatore del colosso cinese Huawei,...

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Oscar Giannino

Ieri alla notizia dell'arresto da parte degli Stati Uniti della figlia del fondatore del colosso cinese Huawei, i mercati finanziari hanno reagito con crolli pesanti, dall'Asia agli Usa all'Europa. Ma al di là della finanza la notizia rischia di impattare fortemente l'economia reale. E ha una sintesi che esprime i nostri tempi.
La guerra commerciale di Trump alla Cina cominciò un anno fa dando una sberla potente alla società cinese Zte, accusata di violare le sanzioni nei confronti di Iran e Corea del Nord ma in realtà sospettata di succhiare tramite la sua componentistica dati e brevetti dalle dorsali tecnologiche americane che applicavano il suo software. Trump sperò che i cinesi capissero, e dopo qualche mese davanti alla Zte che rischiava il fallimento dopo il bastone passò alla carota, limitandosi a una sanzione alla società cinese da 1,3 miliardi di dollari e di vederne cambiato il management. Ma i cinesi tennero duro. E ora, dopo quattro round successivi di sanzioni incrociate per un ammontare di oltre 400 miliardi di dollari di interscambio tra le due potenze, e con un commercio mondiale che da più del 5% del 2017 scende sempre più tendenzialmente sotto il 3%, Trump si trova addirittura in mano un ostaggio di prestigio, per far capire alla Cina che deve davvero diminuire il suo surplus commerciale verso gli Usa, e smetterla con il furto di proprietà intellettuale e di dati sensibili che hanno un duplice uso, non solo industriale e commerciale ma a fini militari. (...)
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Il Gazzettino