Oscar Giannino

Ieri alla notizia dell'arresto da parte degli Stati Uniti

Venerdì 7 Dicembre 2018
Oscar Giannino

Ieri alla notizia dell'arresto da parte degli Stati Uniti della figlia del fondatore del colosso cinese Huawei, i mercati finanziari hanno reagito con crolli pesanti, dall'Asia agli Usa all'Europa. Ma al di là della finanza la notizia rischia di impattare fortemente l'economia reale. E ha una sintesi che esprime i nostri tempi.
La guerra commerciale di Trump alla Cina cominciò un anno fa dando una sberla potente alla società cinese Zte, accusata di violare le sanzioni nei confronti di Iran e Corea del Nord ma in realtà sospettata di succhiare tramite la sua componentistica dati e brevetti dalle dorsali tecnologiche americane che applicavano il suo software. Trump sperò che i cinesi capissero, e dopo qualche mese davanti alla Zte che rischiava il fallimento dopo il bastone passò alla carota, limitandosi a una sanzione alla società cinese da 1,3 miliardi di dollari e di vederne cambiato il management. Ma i cinesi tennero duro. E ora, dopo quattro round successivi di sanzioni incrociate per un ammontare di oltre 400 miliardi di dollari di interscambio tra le due potenze, e con un commercio mondiale che da più del 5% del 2017 scende sempre più tendenzialmente sotto il 3%, Trump si trova addirittura in mano un ostaggio di prestigio, per far capire alla Cina che deve davvero diminuire il suo surplus commerciale verso gli Usa, e smetterla con il furto di proprietà intellettuale e di dati sensibili che hanno un duplice uso, non solo industriale e commerciale ma a fini militari. (...)
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