Ordinanza anti-smog rinviata a dopo Natale

Ordinanza anti-smog rinviata a dopo Natale
INQUINAMENTOROVIGO Nuova retromarcia sull'ordinanza antinquinamento. Ieri mattina l'Arpav ha segnalato a Palazzo Nodari che oggi Rovigo rientrerà nei livelli di guardia per la...

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INQUINAMENTO
ROVIGO Nuova retromarcia sull'ordinanza antinquinamento. Ieri mattina l'Arpav ha segnalato a Palazzo Nodari che oggi Rovigo rientrerà nei livelli di guardia per la qualità dell'aria.

«Fare adesso l'ordinanza non servirebbe a nulla in vista delle feste natalizie», fa presente l'assessore all'Ambiente Andrea Bimbatti (nella foto a sinistra). Venerdì scorso sembrava che per questa settimana i rodigini avrebbero dovuto sottostare a una nuova ordinanza antinquinamento: alla fine, invece, sembra che l'Amministrazione Bergamin abbia fatto marcia indietro.
A spiegarlo è sempre Bimbatti: «L'Arpav ci ha comunicato che da domani (oggi per chi legge, ndr) la qualità dell'aria sarebbe stata nuovamente da codice verde. Fare l'ordinanza adesso non avrebbe senso, visto che quella precedente di ottobre prevedeva la sospensione delle restrizioni dal 17 dicembre al 4 gennaio. Se ne facessimo una nuova, questa rimarrebbe attiva per pochi giorni prima del 17 dicembre, quindi non avrebbe senso. È probabile, quindi, che non faremo nulla prima delle festività natalizie».
SEMAFORO VERDE
Già a inizio autunno l'assessore all'Ambiente Andrea Bimbatti aveva predisposto un'ordinanza anti-smog. Era restrittiva perché al superamento di dieci giorni consecutivi di livelli di polveri sottili nell'aria, sarebbero rimasti bloccati in garage anche i veicoli Euro 4 a gasolio e le stufe a legna o pellet di ultima generazione sarebbero rimaste spente. Nel giro di qualche giorno si era subito scatenata un'ondata di polemiche perché non erano state tenute in considerazione quelle situazioni particolari che andrebbero necessariamente considerate come eccezioni. Come chi è costretto a utilizzare veicoli inquinanti per lavorare: dal professionista che si sposta con furgone che non rispetta le più recenti normative ambientali, e che magari non ha avuto il tempo e le risorse economiche per dotarsi di un veicolo più recente e meno inquinante, al pizzaiolo che si è visto vietare l'utilizzo del caminetto a legna per cucinare i propri prodotti. Quell'ordinanza è durata appena 10 giorni di fitte polemiche da parte delle associazioni di categoria, con la Cna e il suo presidente David Gazzieri che accusavano l'Amministrazione di non avere prima consultato i lavoratori e i professionisti.
SOLUZIONE CONCERTATA
Venerdì scorso, infine, c'è stato un ultimo tentativo di emettere un'ordinanza aggiornata, sulla quale erano stati chiesti i pareri delle associazioni per inserire le dovute deroghe per chi lavora e non può fare a meno di certi sistemi inquinanti. Un'ordinanza che non vedrà la luce prima della fine del 2018.
IL PROBLEMA

Rovigo si trova nella Pianura padana, un territorio dalla particolare conformazione che geografica e climatica per cui lo smog rimane imprigionato ed è molto difficile smaltirlo a causa della tipica nebbia di questa zona. L'unico modo per abbattere i livelli di Pm10 nell'aria sono la pioggia e il vento, ma non sempre il clima può aiutare e per questo motivo si è messo a punto un protocollo d'intesa interregionale per redigere delle linee guida per i Comuni di questa zona. Dei paletti entro i quali le Amministrazioni locali possono emanare ordinanze per mantenere sotto i livelli di allerta lo smog prodotto dai sistemi di riscaldamento e dal traffico veicolare. L'Unione europea, come ha già fatto in passato, potrebbe sanzionare l'Italia per lo sforamento dei livelli inquinamento, comminando sanzioni fino al miliardo di euro. Certamente i livelli di polveri sottili nell'area padana, però, non sono prodotte solamente da Rovigo, vista la sua conformazione geografica, ma contribuire a mantenerli bassi non sarebbe insensato. Rovigo è l'unica città di tutto il Veneto sopra i 30mila abitanti a non avere un'ordinanza per la limitazione e il controllo dello smog. E a quanto pare rimarrà così ancora a lungo.
Alberto Lucchin
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino