Oggi la resa dei conti, la Lega tenta i grillini Pd: governo forte o voto

Oggi la resa dei conti, la Lega tenta i grillini Pd: governo forte o voto
LA GIORNATA ROMA Alla vigilia del discorso in Senato del premier Giuseppe Conte sono emersi in chiaro tre segnali politici: la Lega si è detta ancora disponibile a ritrovare una...

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LA GIORNATA
ROMA Alla vigilia del discorso in Senato del premier Giuseppe Conte sono emersi in chiaro tre segnali politici: la Lega si è detta ancora disponibile a ritrovare una intesa con i 5Stelle; il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha ribadito che è favorevole a un governo di legislatura ma solo dopo che Conte si sarà dimesso; i 5Stelle hanno lavorato per tutta la giornata a far lievitare ulteriormente il profilo istituzionale di Conte che avrebbe resistito all'ipotesi, formulata dai dimaiani, di rinviare le dimissioni solo dopo il sì al taglio dei parlamentari fissati giovedì alla Camera. I pentastellati, infatti, vogliono spendere la carta di un Conte istituzionale nelle trattive per il prossimo governo.

Tutti segnali tattici in attesa che oggi la crisi imbocchi una strada certa. L'ipotesi più probabile è che venga avviata una trattativa Pd-M5S. Lo conferma l'atteggiamento della Lega che ieri ha giocato pesantemente la carta del varo dei taglio dei parlamentari. Carta parzialmente bloccata dagli sherpa del Pd che hanno fatto sapere ai pentastellati di essere disponibili a votare una riforma costituzionale in tempi certi che contenga anche il taglio dei parlamentari.
L'UNICA STRADA
L'accordo Pd-M5S resta l'unica strada percorribile per chi vuole evitare il voto in autunno. Di Maio, certo non entusiasta dell'intesa con i dem lo ha detto chiaramente nel corso dell'assemblea dei gruppi parlamentari. «Non ci sarà nessuna intesa con Renzi ma le offerte di Salvini sono quelle di un uomo disperato». Uno dei suoi collaboratori più stretti, il ministro Riccardo Fraccaro ha addirittura fatto autocritica: «Mi sono sbagliato di grosso sulla Lega». «Noi dobbiamo affidarci al Presidente della Repubblica», è la linea di Di Maio.
La replica di Salvini è nel suo stile: «Luigi non deve fare il furbetto: se ha fatto un accordo con il Pd lo deve dire».
Gli ondeggiamenti di M5s sullo sviluppo della crisi di governo tengono con il fiato sospeso il Pd, a partire dal segretario Nicola Zingaretti, sempre più cauto se non scettico, sulla rottura tra Lega e pentastellati e sulla successiva intesa tra questi ultimi e i Dem. Una prospettiva su cui lavorano invece diversi altri dirigenti del Pd, con in testa Dario Franceschini, che già il 22 luglio lanciò l'ipotesi, ora fatta propria anche da Matteo Renzi, il cui attivismo però mette in sospetto il segretario. Tra domenica e lunedì sono tornati a Roma tutti i dirigenti del Pd, in vista del discorso di Conte al Senato, con Zingaretti che ha avuto una serie di incontri al Nazareno.
«Attendiamo le dichiarazioni di Conte e l'apertura della crisi» ha dichiarato nel pomeriggio Zingaretti. La lettura di molti dirigenti Dem, è che a frenare possa essere Luigi Di Maio, che probabilmente in un governo M5s-Pd-Leu perderebbe se non il posto almeno la centralità. I Dem che credono alla prospettiva dell'intesa puntano quindi su Conte che sicuramente avrebbe un ruolo in futuro, anche se non a Palazzo Chigi. Naturalmente, specie intorno a Zingaretti, c'è anche chi preferirebbe le elezioni, per avere all'indomani dei gruppi parlamentari che rispecchino la nuova maggioranza post congressuale del Pd.

I dirigenti del Pd che hanno contatti con gli esponenti di M5S, come i capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio, cercano di convincere gli interlocutori con un ragionamento semplice: tutti nel Pd, dopo l'apertura ufficiale della crisi, sono favorevoli ad una intesa (tranne Carlo Calenda), da Renzi a Prodi; questa unanimità garantisce il fatto che non si tratterebbe di una crisi «al buio» come una nuova alleanza con la Lega E ieri Renzi ha ribadito che se l'evolversi della crisi dovesse chiedere un voto di fiducia i dem voteranno contro l'attuale governo.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino