Odissea il ritorno di Paolini

Odissea il ritorno di Paolini
TEATRODopo l'annullamento di tutti gli spettacoli annunciato in seguito all'incidente stradale che a luglio l'ha visto coinvolto, Marco Paolini torna in scena stasera e domani a...

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TEATRO
Dopo l'annullamento di tutti gli spettacoli annunciato in seguito all'incidente stradale che a luglio l'ha visto coinvolto, Marco Paolini torna in scena stasera e domani a Bassano del Grappa con lo spettacolo Il Calzolaio di Ulisse Oratorio, scritto con Francesco Niccolini e interpretato insieme a Saba Anglana, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi ed Emanuele Wiltsch Barbiero, per la regia di Gabriele Vacis.

In seguito allo schianto in autostrada costato la vita a una donna, l'artista aveva cancellato tutte le date della tournée a parte l'evento speciale Senza vincitori né vinti sul Monte Tomba (28 e 29 luglio), ma ora risultano confermate anche le rappresentazioni nel cartellone di Operaestate Festival, mentre dal sito della produzione Jolefilm si desume che non ci sono altre date in programma.
LA STORIA
A Bassano l'artista si misura con la Storia per eccellenza, quell'Odissea che è un viaggio epico alle radici della cultura europea e che arriva fino ai nostri giorni (info tel 0424524214 - www.operaestate.it). L'Odissea è un progetto che è cresciuto nel tempo, nei suoni e nello spazio, un canto antico di quasi tremila anni, passato di bocca in bocca, e di anima in anima - si legge nella presentazione dello spettacolo - Una storia che contiene in sé la storia dell'Occidente, a partire da quelle misteriose, ambigue e capricciose entità che sono gli dèi. Perché questa è una storia di dèi, mostri, uomini e guerrieri, imparentati e legati fra di loro. E il perno è Ulisse, nipote di Hermes, amato e protetto da Atena, da Poseidone perseguitato, da Calipso immensamente desiderato e concupito da Circe.
Il racconto che Paolini e compagni portano in scena riavvolge il filo delle memorie d'infanzia dell'eroe greco, cresciuto a Itaca come un ragazzino speciale, con il padre re e il nonno baro, figlio del dio degli inganni. Su quell'isola il ragazzino diventa uomo. È diverso dagli altri condottieri, non è splendido in battaglia, spesso vince con l'inganno e l'astuzia. Con la sua mente sa accrescere la confusione degli elementi e ne approfitta per sfuggire alle trappole e abbattere gli ostacoli che trova sulla sua strada. Ulisse è un eroe che non si spegne mai - osservano gli autori - non nei vent'anni di guerra e dell'impossibile ritorno, non negli anni dopo, con le sue nuove disavventure, e nemmeno dopo la sua morte, visto che da 2800 anni si sente l'irresistibile desiderio di cantarne le gesta in ogni variante possibile e immaginabile. Nell'opera emerge il dramma insensato della guerra, che non risolve nulla. Perché dieci anni di guerra non sono serviti a nulla, dato che tutto è tornato come prima tranne i morti e il lutto che ha piegato i sopravvissuti? - si interrogano gli autori - Perché dieci anni senza riuscire a tornare, in mezzo a disavventure per metà raccapriccianti e per metà di una dolcezza struggente? Perché i posteri avessero il canto, è la risposta che offre Prospero/Alcinoo: dono immenso per tutta l'umanità che non ha mai smesso di goderne.
Oggi questa storia viene nuovamente raccontata al pubblico, diventando un racconto divertito, sensuale, commosso, ironico, crudele, bugiardo, eccitante, straziato. E pieno di musica.

Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino