Nuova sede Bim, Olivotto: «Quel bando mi ha stupita»

Nuova sede Bim, Olivotto: «Quel bando mi ha stupita»
IL RETROSCENABELLUNO «Non puntiamo, in assoluto, a costruire la sede necessariamente ex-novo, ma eventualmente anche mediante il recupero di strutture già esistenti, purché...

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IL RETROSCENA
BELLUNO «Non puntiamo, in assoluto, a costruire la sede necessariamente ex-novo, ma eventualmente anche mediante il recupero di strutture già esistenti, purché rispondenti ai requisiti previsti nel bando. Massima disponibilità, quindi, ad accogliere tutte le proposte che perverranno, anche attraverso i Comuni Soci, entro la scadenza». La rassicurazione è firmata da Attilio Sommavilla, Presidente di Bim Gsp, all'indomani della pubblicazione, nel sito aziendale «della ricerca di un'area edificabile per una nuova sede», come recita il titolo del bando. I termini della ricerca, che scade il 3 dicembre, sono presto detti: le quattro società sono a caccia di un terreno da 15mila metri quadri in cui realizzare 25mila metri (cubi, in questo caso) di cemento per costruire la nuova sede di Bim Gsp, Bim Infrastrutture, Consorzio Bim e Sit. Tarallucci e vino, dunque? Consumo di suolo scongiurato? La pubblicazione di quel documento da parte di Bim Gsp ha colto di sorpresa più di qualcuno. Nel capoluogo, è la vicesindaca Lucia Olivotto ad ammettere di essere «rimasta stupita» della ricerca del terreno edificabile.

COSA SUCCEDE ADESSO
Olivotto, è bene chiarirlo subito, oltre ad essere la vice di Jacopo Massaro alla guida di Belluno siede nel comitato di coordinamento di Bim Infrastrutture. La delegata del capoluogo, in quel tavolo, circostanzia i motivi dello stupore. «C'era stata - spiega - una riunione. Un incontro interlocutorio, non vincolante. In quell'occasione ci eravamo lasciati con l'indicazione che ciascuno avviasse il dialogo con i Comuni individuati (Sedico, Belluno, Borgo Valbelluna e Ponte nelle Alpi ndr) per valutare la disponibilità di strutture da riqualificare sul territorio, dando la priorità proprio al recupero». A stupirla, evidentemente, il fatto che le cose non siano andate come previsto.
IL NODO LEVEGO

A gettare acqua sul fuoco intanto è anche l'amministratore unico di Bim Infrastrutture, il sindaco di Quero, Bruno Zanolla. La stessa società aveva già individuato (e acquisito) un'area a Levego per costruire la nuova sede. «Un'area che basterebbe per tutti - spiega Zanolla - e che una delle società (la sua Bim Infra ndr) ha già in pancia. Il comitato ha valutato di fare un'esplorazione ma siamo aperti a tutte le soluzioni. C'è una discussione aperta, non abbiamo preso nessuna decisione». Un invito alla calma, dunque, in una partita che sembra tutt'altro che arrivata al fischio finale. L'individuazione di un terreno su cui edificare la nuova sede (anche recuperando volumi esistenti) arriva in un momento di grande fermento per le società di servizi, ma anche più in generale per la politica provinciale. Dall'elezione del presidente della provincia (in questo caso sarà determinante l'indicazione del centrosinistra dopo che il Consorzio Bim è andato al centrodestra con Staunovo Polacco) fino all'elezione la prossima primavera dei sindaci di Feltre e Belluno. Proprio per questa ragione è molto probabile che i 25mila metri cubi di cemento diventino uno dei temi della campagna elettorale del capoluogo. Del resto, spiega ancora Sommavilla: l'obiettivo è quello di «valutare il più ampio numero possibile di soluzioni in grado di dare risposta alle necessità non dei solo ai soggetti interessati all'acquisto, ma anche ai territori di Belluno, Sedico, Limana e Ponte nelle Alpi che potrebbero già disporre di aree, con strutture dismesse o non utilizzate, adeguate al fabbisogno manifestato che, con le necessarie azioni, potrebbero recuperare il giusto valore».
Andrea Zambenedetti
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Il Gazzettino