Numero due dell'Ateneo: «Serve più trasparenza»

Numero due dell'Ateneo: «Serve più trasparenza»
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UNIVERSITÀ
PADOVA Alberto Scuttari, direttore generale del Bo, sceglie Facebook e sceglie parole pesanti. Parla di maggiore responsabilità e processi più trasparenti. Il terremoto che ha squassato l'Università di Padova non è ancora passato. Le scosse di assestamento, se possibile, fanno più male di quella che lo scorso mercoledì ha rovesciato tutto, portando la polizia giudiziaria negli uffici di palazzo Storione e a Valdagno, a casa di Ettore Ravazzolo, ingegnere e ormai ex dirigente dell'Area edilizia e sicurezza del Bo, ora ai domiciliari per corruzione. A quasi una settimana di distanza, dopo le prese di posizioni ufficiali e la sospensione di Ravazzolo, Alberto Scuttari, direttore generale dell'Ateneo di via VIII settembre, cala l'asso. Lo fa, come detto, in un lungo post pubblicato domenica sera sulla propria pagina Facebook, che si chiude con Viva l'Università di Padova. Ma che non ci sia nulla da festeggiare lo dice l'incipit e le righe che seguono. «Spesso pubblico belle cose che riguardano l'Università scrive Scuttari -. Questa volta devo parlare di fatti negativi, mi sembra giusto. È nei momenti più difficili che si vince o si perde la partita. Io sono convinto che la vinceremo ma occorre riflettere su ciò che è accaduto questa settimana all'Università, che non riguarda solo l'area edilizia e sicurezza ma colpisce profondamente tutta l'immagine pubblica dell'amministrazione centrale e dell'intero ateneo». Parole pesanti, che il dg non stoppa dopo aver concesso che «Sono fatti da accertare». «D'altra parte è giusto che l'ateneo assuma i necessari provvedimenti cautelari, come si è già fatto per tutte le posizioni finora segnalate dalla magistratura. Ora continua - occorre andare oltre assumendo e chiedendo di assumere maggiore responsabilità, continuare a semplificare e a rendere più trasparenti i processi e ancora più chiaro e preciso il modo di comunicare dentro e fuori. Scalfire le posizioni non efficienti anche se danno apparente sicurezza, e proseguire con energia nell'opera di cambiamento organizzativo che è in corso e che va resa ancora più visibile ed incisiva. Quando si aprono le finestre l'aria buona può far sentire un po' di freddo, ma poi tutto si ravviva». Il riferimento è ai mille risvolti dell'inchiesta sulla gestione degli appalti di ristrutturazione e tinteggiatura all'intero dell'università. Lavori di piccolo cabotaggio che però l'ingegner Ravazzolo spezzettava a dovere e affidava sempre ai soliti amici.

Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino