Notre-Dame, sospetti sulla ditta dei ponteggi Ipotesi cortocircuito `

Notre-Dame, sospetti sulla ditta dei ponteggi Ipotesi cortocircuito `
L'INCHIESTAPARIGI Un cortocircuito alla base della guglia, là dove si stava costruendo il terzo ascensore del cantiere di restauro che doveva arrivare in cima, a 97 metri. È per...

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L'INCHIESTA
PARIGI Un cortocircuito alla base della guglia, là dove si stava costruendo il terzo ascensore del cantiere di restauro che doveva arrivare in cima, a 97 metri. È per il momento l'ipotesi più probabile della causa dell'incendio che ha quasi incenerito Notre Dame. I cinquanta agenti al lavoro ripetono che le indagini sono appena cominciate e che i tecnici del laboratorio centrale della prefettura non hanno ancora potuto analizzare i reperti più importanti, i resti della guglia, della sua base ottagonale e delle capriate carbonizzate della navata centrale. Scartata invece la pista di una saldatura, di un cannello di fiamma ossidrica magari ancora caldo, posato a poca distanza dai legni di quercia della struttura. L'impresa dei ponteggi, Europe Echaffaudages conferma che si stava procedendo all'installazione del terzo ascensore e che sul posto c'era, com'è inevitabile, un'alimentazione elettrica. «Ma gli ascensori erano lontani dalla cattedrale, circa sette metri, e l'alimentazione elettrica è sempre stata oggetto di controlli, tutte le procedure sono state rispettate» ha di nuovo assicurato il capo dell'impresa Julien Le Bras.

IL RISCHIO ZERO
Ma a confermare che non esiste il rischio zero sui cantieri, tantomeno su uno colossale come quello di Notre Dame, è arrivata ieri la notizia che la stessa ditta aveva dovuto far fronte a un incendio su un altro cantiere, certo immensamente più piccolo, appena due settimane fa, in un paese vicino alla loro sede, nella Meurthe-et-Moselle, regione in cui i Le Bras Frères svolgono il grosso della loro attività. Durante i lavori di ristrutturazione di un grosso edificio sede di un'Associazione, nel tardo pomeriggio del primo aprile, le fiamme hanno cominciato ad attaccare il legno del tetto, circondato dai ponteggi. I pompieri di Verdun sono intervenuti e hanno presto domato l'incendio, che ha provocato solo danni limitati, ma anche in quel caso - come probabilmente a Notre Dame - si è trattato di un incendio a combustione lenta, con il fuoco che ha covato a lungo prima di esplodere. «Le cause esatte di quell'incidente non sono state stabilite» ha ammesso ieri un portavoce della ditta Le Bras. Ieri a Parigi è stata soprattutto la giornata degli omaggi ai pompieri che per nove ore hanno lottato contro le fiamme che stavano mangiando la cattedrale. «Avete salvato una parte di noi stessi» ha detto Macron all'Eliseo, dove ha ricevuto novanta Sapeurs-Pompiers. Pubblici ringraziamenti anche dalla sindaca Anne Hidalgo, che ha presieduto una cerimonia davanti al palazzo del Comune e ha annunciato l'intenzione di attribuire la cittadinanza onoraria ai 400 vigili del fuoco intervenuti lunedì. In attesa del lancio ufficiale del progetto per la ricostruzione - in particolare della guglia - e mentre è ormai guerra aperta tra modernisti e conservatori sulla Notre Dame che verrà, il rettore di Notre Dame Patrick Chauvet ha annunciato che durante i lavori, una piccola Notre Dame di legno si erigerà sul sagrato. Un luogo di preghiera e raccoglimento per i fedeli orfani della loro cattedrale. «Non voglio - ha detto monsignor Chauvet - che si dica che Notre Dame è chiusa. Notre Dame deve restare sempre viva».
I TEMPI
Il progetto, che piace anche alla sindaca Hidalgo, non è ancora ufficiale. I lavori secondo Macron - lo ha detto e lo ripete - non dureranno più di cinque anni. Sul posto è già al lavoro l'Architetto della Sovrintendenza che gestisce da anni Notre Dame, Philippe Villeneuve. Per ora non si pronuncia, ma molti tecnici ritengono che ci vorrà qualche anno soltanto per stabilizzare la struttura.

Francesca Pierantozzi
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Il Gazzettino