LA STRATEGIAROMA Da un lato Giorgia Meloni e Giovanni Toti lavorano per costruire una maggioranza alternativa, dall'altra i big della Lega premono per tornare a guardare al...
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ROMA Da un lato Giorgia Meloni e Giovanni Toti lavorano per costruire una maggioranza alternativa, dall'altra i big della Lega premono per tornare a guardare al centrodestra, per un governo non più guidato da Giuseppe Conte e soprattutto senza i ricatti del Movimento 5Stelle: Matteo Salvini è accerchiato, spinto soprattutto dai governatori del Nord a rompere subito l'asse con i pentastellati per arrivare a nuove elezioni. Ma il vicepremier del partito di via Bellerio fino a questo momento ha respinto ogni tipo di pressing.
E non perché riferiscono i suoi non capisca che la situazione con Di Maio è difficilmente sostenibile. La variabile che deciderà ogni mossa sarà l'esito delle Europee. Se la Lega dovesse superare di molto l'asticella del 30% Salvini chiederà una delega in bianco, viene spiegato. Di poter di fatto dettare l'agenda dell'esecutivo. Tuttavia i fedelissimi del ministro dell'Interno ritengono che occorra considerare soprattutto una seconda ipotesi: un calo di consenso rispetto ai sondaggi di qualche mese fa, «significherebbe sottolinea un big della Lega che si rischia di venire affondati nell'abbraccio con il Movimento».
SITUAZIONE FLUIDA
Situazione ancora fluida, quel che è certo è che il duo Meloni-Toti sta preparando una operazione di rifondazione del centrodestra. Prevede una Opa nei confronti di una FI orfana di Silvio Berlusconi nel caso il partito azzurro non arrivi al 10% e che FdI supererà largamente l'asticella del 4%. Con un margine ristretto di distanza, Meloni e Toti ritengono che poi FI avrà il fiato corto, che non abbia una prospettiva. E guardano anche a Mara Carfagna e a chi vorrà rimettere in discussione il vecchio schema dell'alleanza ed arrivare ad un unico contenitore che promuova un congresso on delle primarie. Una prima linea composta, dunque, da Meloni, Toti, Carfagna, Crosetto, Gelmini, La Russa e tanti altri. Per costruire una sorta di nuovo Pdl e aggregare tutti coloro che non vogliono riversarsi nella Lega.
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Il Gazzettino