Non riconoscono la ladra in Tribunale: albanese scagionata dal furto di oro

Non riconoscono la ladra in Tribunale: albanese scagionata dal furto di oro
FELTRENon c'era la certezza oltre ogni ragionevole dubbio che quella ladra che agì il 17 giugno 2016 alla gioielleria Scapin di via Liberazione a Feltre fosse proprio lei. Così...

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FELTRE
Non c'era la certezza oltre ogni ragionevole dubbio che quella ladra che agì il 17 giugno 2016 alla gioielleria Scapin di via Liberazione a Feltre fosse proprio lei. Così ieri mattina, in Tribunale a Belluno, Selvie Clemeta, 48enne albanese, è stata assolta, pur con la formula dubitativa. A difenderla l'avvocato d'ufficio Nives Zanon, chiamata di tutta fretta quando il difensore di fiducia non si era presentata. La difesa sostenuta dalla Zanon è riuscita a far emergere le incongruenze dell'accusa sottolineando in particolare come di fatto nessuno avesse mai riconosciuto l'imputata. A quel punto il giudice Angela Feletto non ha potuto che assolvere.

Eppure le indagini dei carabinieri ricostruirono addirittura con le immagini della videosorveglianza quanto avvenne quel giorno. Una donna, identificata poi nella Clemeta, avrebbe preso un bracciale in oro da 1500 euro, fingendosi cliente. «Cerco un bracciale o una collana in oro per un regalo». Ha detto la donna, con età apparente di 45 anni straniera. «Ci ha fatto tirare fuori tutto - raccontò il titolare Scapin - voleva articoli esclusivamente in oro». Alla fine, la donna se ne andò senza acquistare nulla, ma solo dopo aver fatto una manovra furtiva con la quale riuscì a far cadere nella sua borsa il monile.
Il titolare si accorse solo dopo 40 minuti della mancanza dell'articolo e diede l'allarme. Immediata la chiamata ai carabinieri della Compagnia di Feltre e partirono le ricerche della donna immortalata dalle telecamere interne della gioielleria. La ladra però, forse con l'aiuto di un complice, si era già dileguata. Nelle indagini i militari fecero vedere una serie di foto di sospetti e la titolare riconobbe con accuratezza stimata all'80% la donna. La commessa al 60%. Ma in aula, ieri, l'accusa ha vacillato, proprio per la mancanza di sicurezza da parte delle vittime.
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Il Gazzettino