«Noi stangati per la partita di calcetto eravamo solo stanchi di stare a casa»

«Noi stangati per la partita di calcetto eravamo solo stanchi di stare a casa»
IL CASONERVESA La multa a quattordici ragazzini che stavano giocando a calcetto, nei giorni scorsi, nel campetto della parrocchia di Bavaria ha aperto una ferita profonda. Fatta...

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IL CASO
NERVESA La multa a quattordici ragazzini che stavano giocando a calcetto, nei giorni scorsi, nel campetto della parrocchia di Bavaria ha aperto una ferita profonda. Fatta di polemiche e accuse incrociate. Dietro a quei 5600 euro complessivi di multa, una mazzata per famiglie in qualche caso in seria difficoltà economica, ci sono divisioni e frizioni fatte di esigenze e sensibilità diverse, generazionali ma non solo. Con risvolti che vanno al di là del problema relativo agli assembramenti e al Covid. La situazione, esplosa a Nervesa, è solo un esempio di quanto sta accadendo in tanti altri paesi, periferie, centri. Dove i ragazzi scalpitano per uscire, le famiglie si barcamenano fra le concessioni e l'invito al rispetto delle regole, chi di figli non ne ha riesce, forse, ad assumere, per lo meno a parole, posizioni più rigide. Salvo, poi, essere il primo a sgarrare.

LO SFOGO
«A nome di tutti i ragazzi che stavano giocando -dice uno dei multati, sedicenne - mi sento in dovere di dire che stavamo semplicemente liberando lo stress, divertendoci (se così si può dire, viste le situazioni) e giocando a una partitina». Poi prosegue. «Non stavamo facendo del male a nessuno. Siamo noi che in questa pandemia stiamo soffrendo di più perché ci stanno togliendo la nostra adolescenza». Poi è inevitabile un paragone. «Sì, è vero, abbiamo sbagliato e abbiamo pagato, ma non mi sembra giusto che passando per il centro mi ritrovo almeno 20 persone sostare a bere spritz da asporto, senza mascherina. Perché la regola o vale per tutti o per nessuno».
I GENITORI
E il genitore di uno dei ragazzi di Bavaria solleva un altro problema, interno alla sua comunità. «Quei ragazzini non danno fastidio a nessuno - afferma - Forse da fastidio che molti siano marocchini. La mentalità di molte persone di Bavaria è al Medioevo. Questi adolescenti sono sempre bersaglio di qualcuno, non solo in questo caso. La casa più vicina si trova a cento metri, non so che disturbo possano arrecare. E poi parliamo di incontri che avvengono nel corso del pomeriggio. Chi possono danneggiare»?
IL PARROCO

Dal parroco Don Flavio Gallina, però, emerge una realtà dai risvolti un po' più complessi. «Quel campo - racconta - è stato realizzato dalle famiglie di Bavaria una ventina di anni fa e ora è fatiscente, tanto che ripetutamente si è parlato di sistemarlo. La chiusura che era stata messa è stata rotta, il cartello che avevo fatto affiggere, con il quale si evidenziavano i divieti legati al Covid, divelto. Anche la settimana scorsa avevo richiamato i ragazzi, invitandoli a non riunirsi. Erano andati via ma poi, evidentemente, sono tornati. Avevo parlato anche con i carabinieri evidenziando che nonostante le indicazioni continuavano a tornare». Non è stata del parroco, però, la chiamata dalla quale è scaturito l'arrivo dei carabinieri di Nervesa con conseguenti multe. Probabilmente, invece, è stato qualcuno che abita vicino. Il sindaco Fabio Vettori ancora una volta media. «I ragazzi hanno bisogno di svago ma i carabinieri devono fare il loro lavoro». E, se parte una chiamata al 112, il verbale è inevitabile.
Laura Bon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino