Rimpasto? Macché. Appena Matteo Renzi sente questa parola risponde con una smorfia di fastidio anti-politichese. Giusto una sostituzione, ecco che cosa avverrà - ma non adesso,...
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Renzi minimizza la questione della scelta del nuovo ministro degli Esteri italiano, e la promozione di Lapo Pistelli dall'incarico di vice a quello di titolare del dicastero sembra al momento l'ipotesi più semplice e più probabile. Questa promozione dell'esponente fiorentino del Pd, amico storico di Renzi ma non appartenente al cosiddetto Giglio Magico, suo mentore a suo tempo ma anche rivale nelle primarie del 2009 per la scelta del sindaco di Firenze e vinse Matteo, sarebbe una sorta di chiusura del ciclo dei rapporti tra i due. Renzi fu portaborse e assistente parlamentare di Pistelli, poi questioni politiche e personali li hanno divisi ma quando Matteo è diventato premier e Lapo era già viceministro alla Farnesina lì è stato lasciato e dunque la ricucitura è cominciata già da un po'. Suggellata di recente dalla scena dell'arrivo della piccola Meriam a Ciampino e Renzi ha lasciato che Pistelli - prendendo tra le braccia la bimba sotto la scaletta dell'aereo e davanti a centinaia di telecamere - fosse il protagonista dell'evento.
Poi, magari, un vero rimpasto Renzi lo dovrà fare. Ma questo dipenderà dalla performance del suo governo e dall'eventualità che la crisi diventi così spaventosa da richiedere non più un governo iper-personalizzato nella figura di Matteo ma una squadra attrezzata anche con nuovi innesti. Per ora, ad Alfano niente Farnesina (sarebbe una diminutio insopportabile per Ncd), la Serracchiani non è in partita e si auto-esclude, la carta Andrea Guerra, top-manger di Luxottica in uscita, sembra accattivante ma impraticabile (anche per questioni di soldi: un ministro guadagna 50 volte di meno di un manager del suo livello) e nemmeno Roberta Pinotti o Marina Sereni paiono in pole position per il dopo-Mogherini.
Il problema è che Pistelli ministro squilibrerebbe le quote rosa a cui Renzi tiene assai, nella composizione dell'esecutivo. E allora - perchè no? - un'ipotesi non assurda parrebbe essere quella di scegliere per la guida della Farnesina un'alta funzionaria (ma il precedente montiano di Giulio Terzi di Sant'Agata sconsiglierebbe) che già ci lavora: Elisabetta Belloni, attuale direttrice del personale del ministero.
Ma, appunto, il Renzi che ha abbandonato il mito della velocità non vuole decidere subito. Passo passo, anche per la Farnesina e senza allargare il discorso. Anche un mini-rimpasto o un rimpasto-lampo per lui sarebbe troppo, e potrebbe dare l'impressione che il governo sia instabile o che debba darsi una raddrizzatina. Ma due mesi, visto che la Mogherini a novembre prenderà servizio alla Ue, in politica sono un'eternità. E, in questo caso, sono anche un rischio per Lapo.
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Il Gazzettino