Niente bis di farmaci al detenuto: così appiccò l'incendio a Baldenich

Niente bis di farmaci al detenuto: così appiccò l'incendio a Baldenich
IL PROCESSOBELLUNO Aveva scatenato il caos il 24 ottobre 2015, paralizzando il carcere di Baldenich che era stato evacuato. Ora Mouhamed Edrisi, tunisino 33enne, è alla sbarra...

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IL PROCESSO
BELLUNO Aveva scatenato il caos il 24 ottobre 2015, paralizzando il carcere di Baldenich che era stato evacuato. Ora Mouhamed Edrisi, tunisino 33enne, è alla sbarra per l'accusa di incendio doloso e danneggiamenti. Nulla a che vedere con la condanna per omicidio che sta scontando (ora trasferito nella casa circondariale di Prato). Ieri mattina in Tribunale a Belluno, di fronte al giudice Angela Feletto, rispondendo alle domande del pm Sandra Rossi, hanno parlato i testi chiamati dall'accusa. Si tratta delle tre guardie penitenziarie, agenti che intervennero nell'emergenza e che hanno raccontato l'accaduto. Il tunisino aveva chiesto agli agenti di avere ancora farmaci. Ma la terapia gli era già stata somministrata, poco prima. Lui ne voleva ancora, per calmarsi. Di fronte al rifiuto degli agenti, ha dato in escandescenze. Come raccontato ieri in aula ha preso uno sgabello con cui ha rotto il lucernario. Poi ha dato fuoco al materasso innescando un incendio che ha costretto il personale della casa circondariale a evacuare tutti i detenuti, che erano stati fatti uscire nell'area passeggio. Il tunisino non si ferma: dopo essersi tolto i vestiti ha annodato le lenzuola e si è calato fuori, sul tetto dell'edificio. È riuscito così a uscire e a barricarsi sul tetto della caserma e lì è riuscito a non far avvicinare nessuno, lanciando tegole di sotto. Forse tentava la fuga e qualcosa è andato male, o semplicemente, si è trattato di un atto dimostrativo. Le guardie penitenziarie che hanno faticato ad avvicinarsi all'uomo. Solo dopo una lunga trattativa gli agenti sono riusciti a riportarlo alla ragione e alla cella.

Due guardie penitenziarie in quella occasione finirono al pronto soccorso, per le inalazioni nell'incendio: non si fecero refertare, ma ieri hanno raccontato l'incubo vissuto quel giorno. Il processo alla fine è stato rinviato al 5 marzo, quando ci sarà la sentenza.
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Il Gazzettino