Nelle indagini anche un carabiniere

Nelle indagini anche un carabiniere
PORTOGRUAROLe indagini non sono ancora finite, anzi. La Dia di Trieste sembra voler far luce in particolare su alcune posizioni dubbie ancora in ballo che potrebbero, in qualche...

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PORTOGRUARO
Le indagini non sono ancora finite, anzi. La Dia di Trieste sembra voler far luce in particolare su alcune posizioni dubbie ancora in ballo che potrebbero, in qualche modo, essere legate a questo filone d'inchiesta che ha portato a una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti del broker portogruarese Fabio Gaiatto. A finire nel mirino degli investigatori, in particolare, ci sarebbe anche un carabiniere, in servizio alla compagnia di Portogruaro. Secondo la procura giuliana, infatti, il militare sarebbe stato contattato da uno degli arrestati, Francesco Iozzino, 56enne di Milano di origini napoletane e residente a Resana (Treviso). L'uomo, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbe chiesto al carabiniere informazioni sulle indagini su Gaiatto, in particolare su chi le stesse seguendo. La moglie del militare lavorerebbe nell'impresa di Iozzino, nel Padovano. Questo l'aggancio, secondo la procura di Trieste, che avrebbe favorito il contatto tra i due. Il carabiniere, al momento, è stato sentito dagli investigatori. A casa sua è scattata una perquisizione. La questione è totalmente aperta: l'indagine della Dia nei confronti del militare, in questo momento, è allo stato embrionale e potrebbe risolversi anche nella classica bolla di sapone. Non sono state trovate tracce di indicazioni fornite dal carabiniere a Iozzino, ma la procura continuerà a cercare. Nel frattempo, l'uomo, ha mantenuto il suo posto di lavoro e non è stato trasferito. Quello che gli inquirenti vogliono capire, però, è se ci sia stato uno scambio di informazioni tra i due, anche considerando la levatura dei profili criminali coinvolti della vicenda. Si vuole scongiurare l'ipotesi, cioè, che possano essere state utilizzate forme di ricatto nei confronti del carabiniere. La Dia triestina, per ora, non ha voluto condividere con i colleghi veneziani dell'Arma questo ramo d'inchiesta. Gli investigatori giuliani continueranno a procedere in autonomia.

Non sarebbe l'unico esponente delle forze dell'ordine a comparire nelle indagini coordinate dal procuratore Carlo Mastelloni. Tra i coinvolti nelle estorsioni c'è infatti anche un ex poliziotto, ora in pensione, di Udine, perquisito e trovato con 42mila euro in contatto. L'uomo, insieme a Gaiatto, aveva escogitato di appoggiarsi a un legale e a un ex combattente (entrambi croati) per prelevare alcune persone dall'Italia e portarle in Croazia dove venivano invitate a firmare degli atti da un notaio per rinunciare ai crediti e a ritirare le denunce.
D.Tam.
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Il Gazzettino