Navi all'amianto, una nuova inchiesta

Navi all'amianto, una nuova inchiesta
Le associazioni dei marinai adesso la definiscono una strage. Perché...

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Le associazioni dei marinai adesso la definiscono una strage. Perché i morti aumentano continuamente e cresce anche la paura. Sono i militari che per anni hanno vissuto a bordo delle navi foderate di amianto. Adesso si contano centinaia di casi tra morti e ammalati di mesotelioma. Si sta celebrando a Padova il processo Marina Due. Ma non basta. Le indagini di questo secondo processo si sono concluse nel 2015. Ma in questi due anni è continuata la strage. Il pubblico ministero Sergio Dini ha aperto una nuova inchiesta. Si tratta di Marina Tre. E i numeri fanno paura. Negli ultimi due anni si contano altri trecento casi. I più sono ex marinai morti, uccisi dal mesotelioma pleurico. Il tecnico di previsione ambientale dell'Arpav, Omero Negrisolo, è stato nuovamente applicato alla Squadra di polizia giudiziaria della Procura, dove sta conducendo nuove indagini a fianco del pubblico ministero Dini. L'investigatore sta raccogliendo tutti i dati dalle associazioni dei marinai, che inviano alla Procura di Padova i nomi delle vittime e dei malati. E poi il tecnico dell'Arpav sta controllando i registri regionali del mesotelioma e spulcia i nomi degli ex marinai. Altri cinque casi di patologie correlate all'asbesto, tre dei quali mortali, sono stati segnalati nell'ultimo mese dall'associazione Contramianto e altri rischi di Taranto e avrebbero colpito operai e marinai in servizio nell'Arsenale della Marina Militare. Si tratta, spiega in una nota il presidente della onlus Luciano Carleo, di «tre decessi per mesotelioma che hanno riguardato un operaio carpentiere dell'Arsenale di Taranto e due marinai in servizio a Taranto, e due asbestosi riferite a operai arsenalotti saldatori». «È ancora inarrestabile e in crescita il numero dei morti e ammalati nella Marina militare a causa di queste malattie», continua il presidente Carleo. «Ad oggi sono 206 le patologie asbesto correlate in archivio Contramianto e riferiti a Marina militare e Arsenale di Taranto, delle quali 127 già segnalate da Contramianto alla Procura di Padova, che ha competenza nazionale nei procedimenti penali». Queste nuove evidenze fornite, conclude il presidente di Contramianto, confermano «come l'amianto abbia ucciso e fatto ammalare non solo i marinai ma anche centinaia di operai civili negli Arsenali della Marina Militare». Nel processo in corso il pubblico ministero Dini illustra in aula le cartelle personali dei militari. E ogni cartella è un calvario. L'Ona, osservatorio amianto, ha trovato un documento inquietante. È del 1969. È uno studio effettuato all'Arsenale di Taranto. Su 269 persone esaminate, 27 erano malate, e 42 erano a rischio. Venne tenuto riservato. C'è scritto: «I risultati non saranno forniti ad organizzazioni sindacali o politiche ma resteranno a disposizione esclusivamente della Direzione di Sanità militare Marittima».

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Il Gazzettino