MUSEO CONTESOTREVISO Il museo Bailo continua a far discutere. E non si pensi a dotte disquisizioni sulle opere d'arte ivi conservate. Ad accendere le polemiche è la volontà...
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TREVISO Il museo Bailo continua a far discutere. E non si pensi a dotte disquisizioni sulle opere d'arte ivi conservate. Ad accendere le polemiche è la volontà dell'amministrazione comunale di concedere il rinnovato spazio museale per eventi non artistici (peraltro non una gran novità, come non nuove sono le polemiche a proposito). La decisione ha scatenato una diatriba al calor bianco tra il consigliere comunale Maristella Caldato e l'assessore ai Beni culturali, Luciano Franchin (incidentalmente nella stessa maggioranza, ma da tempo Caldato ha posizioni critiche). Per la prima così si rischia di ritrovarsi con vendite di pentole tra le sculture di Arturo Martini. Per il secondo, verranno ospitate solo iniziative selezionate, per di più spesso abbinate a visite guidate, dunque un'occasione di aumentare gli incassi e rafforzare la pubblicità. Ora la consigliera torna alla carica. Annunciando che domani presenterà formale richiesta di accedere alla documentazione sulla vendita dei biglietti del museo e confermare così la «quasi assenza di visitatori».
L'AFFONDO
«Una terribile verità - sottolinea - conseguente al fatto che questa amministrazione comunale non è stata in grado di forgiare un adeguato piano di comunicazione per lanciare il Bailo: non bastano le mostre di Goldin ma ci vuole inventiva propria, cioè capacità imprenditoriale nell'istituzione, cioè nel Comune, nella parte politica». La promozione non è andata oltre a qualche «striscione sospeso lungo il Put, con il titolo Ben tornato Bailo', tutto scolorato e sbiadito» e l'idea dell'autofinanziamento è «un alibi paravento, per cedere ai privati sottocosto spazi pubblici». «Se secondo l'assessore Franchin le pentole si continueranno a vendere nei pullman - ironizza -, auspico che lui e la giunta saranno in grado di accalappiare quei pullman di turisti e di stimatori di pentole, per portarli una volta per tutte a conoscere il museo Bailo».
M.Z.
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Il Gazzettino