Mozione di sfiducia sul Caso InLab: oggi arriva la firma dei capigruppo

Mozione di sfiducia sul Caso InLab: oggi arriva la firma dei capigruppo
PALAZZO ROSSO BELLUNO (A.Tr.) Oggi si ragiona sulla mozione di...

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PALAZZO ROSSO

BELLUNO (A.Tr.) Oggi si ragiona sulla mozione di sfiducia. I capigruppo dell'opposizione si sono dati appuntamento a questo pomeriggio per studiare la stesura del testo con cui, come annunciato, intendono chiedere le dimissioni del sindaco Jacopo Massaro. Se nessuno farà un passo indietro pare che i numeri siano sufficienti a far passare la mozione: 13 consiglieri, i sottoscriventi, esattamente il numero minimo previsto dal regolamento del consiglio comunale. Intanto sull'affare InLab le polemiche non si acquietano. Dopo la risposta di Paolo Gamba di Belluno è di tutti alle dichiarazioni del primo cittadino, a rientrare nel dibattito è Franco Roccon, capogruppo di Civiltà Bellunese. Portando le cifre precise Roccon confuta le dichiarazioni di Massaro, ribadendo come il Comune abbia messi soldi pubblici nel progetto e come alla cooperativa Società Nuova ne vadano 189 mila. «I soldi vengono stanziati, eccome, spalmati in tre annualità spiega il consigliere -, tra il 2019 e il 2022 risultano almeno 46.563 euro e poi 30.937 finanziati con soldi del bilancio. Perché questo non viene detto agli elettori? Chiediamo le dimissioni perché queste sono bugie. Inoltre Società Nuova porta a casa 189 mila euro, dati indirettamente dal Comune; la cooperativa è stata inserita nel progetto in un secondo momento, inizialmente non compare tra i partner istituzionali. Sembra tanto il gioco delle scatole cinesi, questa faccenda». Il sindaco, da parte sua, si dichiara amareggiato per le pesanti accuse mosse e invita l'opposizione a discuterne in Consiglio comunale o in commissione. «Io avevo parlato di questo tema durante l'ultima riunione di Consiglio comunale spiega Paolo Gamba -, ma il sindaco non si è nemmeno degnato di rispondermi e ha continuato a utilizzare il cellulare». Il caso InLab, scoppiato la scorsa settimana, non è l'unico motivo ad aver spinto i 13 consiglieri a schierarsi compatti contro Massaro. Tra le accuse, infatti, anche quelle più generali di scarsa attenzione alla città, di mancata concretizzazione di promesse espresse in campagna elettorale e di immobilismo di fronte a grandi temi come quello del Fio2 o del ponte bailey.

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Il Gazzettino