«Mi voleva la Juve», lo spettacolo teatrale la cui regia è firmata da Gianfelice Facchetti (nella foto sotto a sinistra), figlio di Giacinto (nella foto a destra),...
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«Mi voleva la Juve» è un pezzo scritto da Gianfelice Facchetti che ne cura anche la regia: la vera storia dell'attore che la interpreta, Giuseppe Scordio, il calcio che diventa metafora della vita.
Quando Scordio le ha proposto «Mi voleva la Juve», ha almeno provato a cambiare il titolo?
«No, essendo la Juve la squadra che aveva cercato l'attore Giuseppe Scordio, non si poteva mettere un'altra cosa. Sono convinto che il titolo sia azzeccato per davvero e conta molto nella presentazione dello spettacolo, oltre al contenuto. Comunque ha colpito nel segno, molti mi hanno chiesto se li stavo prendendo in giro».
Attore e regista: come sta in questo secondo ruolo?
«È una conseguenza naturale della scrittura, scrivere per il teatro porta con naturalezza a pensare cosa dovrebbero fare gli attori, come dovrebbero essere gli ambienti o magari le musiche. E la regia altro non è che il desiderio di provare a mettere assieme una cosa dall'inizio alla fine».
Quando lei stava diventando ciò che non si aspettava suo padre, lui come l'ha presa?
«Ha rispettato la mia scelta, era affascinato e veniva anche più volte a vedere lo stesso spettacolo. Grande segno di attenzione e rispetto verso il mio lavoro. Da atleta e uomo di campo, era orgoglioso di quello che usciva dalla mano del figlio che ha potuto far studiare».(((mezzacasam))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino