Macron: l'Italia provoca Conte non va all'Eliseo E Parigi si trova isolata `

Macron: l'Italia provoca Conte non va all'Eliseo E Parigi si trova isolata `
LA GIORNATAROMA È scontro aperto tra Roma e Parigi. Nessuna scusa della Francia all'Italia per aver definito «cinica e vomitevole» la chiusura dei porti italiani alla nave...

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LA GIORNATA
ROMA È scontro aperto tra Roma e Parigi. Nessuna scusa della Francia all'Italia per aver definito «cinica e vomitevole» la chiusura dei porti italiani alla nave Aquarius, adesso in rotta verso il porto spagnolo di Valencia. Salta così, per il momento, il vertice all'Eliseo in agenda domani fra il premier Giuseppe Conte e il presidente Emmanuel Macron. La giornata di ieri era cominciata con la convocazione dell'ambasciatore di Francia da parte del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, per le parole «inaccettabili» dei francesi, invitati a «sanare la situazione». Matteo Salvini, da parte sua, chiedeva le scuse di Parigi. Ma le scuse non sono arrivate. E Conte resta a Roma. Per Macron, anzi, a provocare è Matteo Salvini (che il Presidente evita però di nominare): «Chi cerca la provocazione? Chi è che dice io sono più forte dei democratici e una nave che vedo arrivare davanti alle mie coste la caccio via? Se gli do ragione, aiuto la democrazia?» Ma a restare isolata in Europa, alla fine, è proprio Parigi. «Lezioni di umanità dalla Francia non ne prendo», attacca il ministro dell'Interno e vicepremier Salvini. Poi, nell'informativa al Senato, invita Macron a «passare dalle parole ai fatti: accolga i 9mila migranti che si era impegnato ad accogliere, visto che la Francia ne ha accolti solo 340 dei 9.816 che dovevano essere ricollocati in 3 anni, mentre dal primo gennaio al 31 maggio ha respinto alle frontiere 10.249 persone, comprese donne e bambini disabili». Il ministro dell'Interno parla di una «guerra isterica di Macron all'Italia». Grazie da Salvini al premier spagnolo Sanchez, «spero che eserciti la propria generosità anche nelle prossime settimane».

LE POSIZIONI
E dice che è pronto un asse con Germania e Austria per migliorare i Trattati di Dublino sul diritto d'asilo: un «asse dei volenterosi» Berlino-Roma-Vienna confermato dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz contro l'immigrazione illegale. Con lui il ministro dell'Interno tedesco leader dei cristiano sociali bavaresi, Horst Seehofer, critico verso Angela Merkel costretta a correre ai ripari e ammettere che ci vuole «una soluzione unitaria dell'Europa» e che «l'Italia è un partner molto importante ed è stato lasciato solo». Grazie alla Spagna «ma anche all'Italia per come mettono in pratica i nostri valori», da Dimitri Avramopoulos, commissario Ue all'immigrazione, che conosce bene l'impegno italiano e l'annosa mancanza di solidarietà dentro la Ue. Nessuna capitale europea si è schierata con Parigi.
In Francia abbozza un tentativo di conciliazione il portavoce del Quai d'Orsay, «cosciente del carico della pressione migratoria e degli sforzi dell'Italia», ma aggiunge che «nessuna delle parole pronunciate da autorità francesi ha rimesso in discussione tutto questo». Spicca Oltralpe la dichiarazione del presidente del Senato francese, il repubblicano Gérard Larcher: «Non abbiamo lezioni da dare a un Paese che abbiamo lasciato solo per tre anni con circa 700mila migranti. Questo non lo dimentico». Esce allo scoperto pure la Marina libica: «Grazie a Dio l'Italia ha preso una decisione, siamo molto contenti. Si è finalmente risvegliata dopo essere stata a lungo un centro di sversamento di migranti da parte del mondo». Ed è significativo che un amico della Francia come Romano Prodi commenti sdegnato: «Dire quello che ha detto il governo francese è intollerabile, soprattutto da parte di un governo che ha causato l'inizio di questa tragedia. La guerra in Libia l'ha fatta la Francia e in questi anni ha gestito le cose in Libia con iniziative assolutamente proprie, non curandosi degli interessi generali». Intanto si avvicina il decisivo Consiglio europeo del 28 giugno.

Francesca Pierantozzi
Marco Ventura
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino