LUTTO Farmacista per 50 anni ma pieno di passioni, di cui insieme alla moglie

LUTTO Farmacista per 50 anni ma pieno di passioni, di cui insieme alla moglie
LUTTOFarmacista per 50 anni ma pieno di passioni, di cui insieme alla moglie Caterina ha nutrito due figli dalla grande personalità come Elisabetta e Vittorio, che all'età di 93...

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LUTTO
Farmacista per 50 anni ma pieno di passioni, di cui insieme alla moglie Caterina ha nutrito due figli dalla grande personalità come Elisabetta e Vittorio, che all'età di 93 anni lo hanno portato per mano a diventare uno scrittore come gli amici che frequentavano la loro casa: Giorgio Bassani, Valerio Zurlini, Alberto Moravia, Umberto Eco, Federico Zeri, Pier Vittorio Tondelli. È Giuseppe, detto Nino, Sgarbi, scomparso ieri a Ferrara a 97 anni, essendo nato a Badia Polesine (Rovigo) il 15 gennaio 1921, ai piedi di quel Po protagonista dei suoi libri. Solo nel 2014 aveva esordito nella narrativa con il romanzo Lungo l'argine del tempo, che la figlia Elisabetta l'aveva in qualche modo invitato a scrivere, e che era stato molto apprezzato. Ora, l'8 febbraio, tornerà in libreria con Canale dei cuori, l'ultimo romanzo in cui narra con la sua saggia leggerezza episodi della sua vita in forma di romanzo, chiudendo così un cerchio di storie di una famiglia capace di nutrire l'immaginario creativo

LE MEMORIE

Il primo libro, sottotitolo Memorie di un farmacista, era stato l'assai singolare esordio letterario di un novantenne, amante di poesia, grande cacciatore e padre di due protagonisti della nostra scena culturale che ne avevano firmato la prefazione. «Soltanto ora, dopo quarant'anni, scopro il padre che non conoscevo e della cui storia non ero stato, se non episodicamente, curioso, per troppa diversità di carattere - scriveva Vittorio allora - Mio padre scrive solo ora, a 92 anni, ma tutti gli episodi che racconta sono davanti a noi». «La lettura di Lungo l'argine del tempo - raccontava invece la figlia Elisabetta - è stato un tunnel di interminabili specchi, in cui mi sono vista sbalzata e moltiplicata nella sua vita. E i racconti orali, trasferiti nella magia della pagina scritta, avevano acquistato una forma, diventavano - loro e lui, mio padre - eventi e personaggi più grandi della vita vissuta. La scommessa era vinta. Mio padre è uno scrittore». Poi gli altri romanzi, quattro in cinque anni, tutti editi da Skira. Dopo Lungo l'argine del tempo (2014) seguito da Non chiedere cosa sarà il futuro (2015), Lei mi parla ancora (2016), la struggente elegia dedicata alla sua «Rina».
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Il Gazzettino