Luca Ricolfi Secondo i sondaggi, gli italiani intenzionati a recarsi alle

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Luca Ricolfi Secondo i sondaggi, gli italiani intenzionati a recarsi alle urne si aggirano intorno al 60%, mentre quelli...

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Luca Ricolfi

Secondo i sondaggi, gli italiani intenzionati a recarsi alle urne si aggirano intorno al 60%, mentre quelli intenzionati a votare Pd, il principale partito di governo, sono più o meno il 15% del corpo elettorale (e il 25% dei votanti). Sempre secondo i sondaggi, il consenso nei confronti di Gentiloni e del suo governo sfiora 50%, un dato che, a oltre un anno dal suo insediamento, non può certo essere attribuito all'effetto luna di miele, ovvero al surplus di popolarità che di norma beneficia i governi appena insediati. A quanto pare il premier trae il suo consenso un po' da tutti i segmenti della società italiana: dagli elettori del Pd, ovviamente, ma anche da chi pensa di votare altri partiti, o di non votare affatto.
Sono dati che fanno riflettere. Come è possibile che esista una divaricazione così grande fra il consenso al governo e quello al partito di governo? Conosco la risposta che, istintivamente, siamo portati a fornire: il problema è il fattore R, o fattore Renzi. Bombardati, intontiti ed esausti dalle esternazioni di Renzi e dei suoi, agli italiani non par vero di potere, finalmente, sbadigliare un po' davanti ai discorsi di un premier che parla lentamente, misura le parole, non sbaglia un congiuntivo, e soprattutto non offende nessuno. C'è del vero, probabilmente, in questa diagnosi, ma forse di questi tempi ci sono anche altri meccanismi all'opera.
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Il Gazzettino