Lo salvano: «L'Isis vi decapiterà»

Lo salvano: «L'Isis vi decapiterà»
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TREVISO - Era stato salvato venerdì scorso dai poliziotti sulla A27, a Mogliano: camminava lungo il ciglio dell'autostrada, più precisamente sulla corsia di sorpasso, col rischio di essere investito a ogni passo. E di causare incidenti. Ma non solo non aveva ringraziato gli agenti, li aveva anche aggrediti e minacciati: «L'Isis -aveva detto- taglierà la testa anche a voi». Ora, il sindacato di Polizia Ugl denuncia un'altra beffa ancora: il soggetto in questione, un tunisino di 30 anni, arrestato in quella circostanza per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, è stato processato per direttissima e rimesso in libertà. Unica misura restrittiva a cui è stato sottoposto, l'obbligo giornaliero di firma. «Questa è ormai la quotidianità in cui si trovano a lavorare le forze dell'ordine -commenta in una nota il segretario regionale dell'Ugl Mauro Armelao- Arrestato, viene processato per direttissima, e invece di scontare la propria pena in carcere, viene scarcerato in attesa del processo con il solo obbligo di firma. Adesso è libero e tranquillo. In Italia non esiste la certezza della pena, e tutti questi decreti svuota-carceri certo non aiutano le forze dell'ordine a svolgere il proprio lavoro in maniera efficace».

Tra i poliziotti della sottosezione Polstrada di Treviso Nord, che l'altro giorno sono intervenuti per soccorrere il soggetto mentre camminava in autostrada, c'era anche il segretario provinciale del sindacato, Luca Zanette. Che dunque ha vissuto direttamente sulla sua pelle la violenta reazione del nordafricano: prima aveva cercato di scappare, correndo da una corsia di marcia all'altra, poi si era scagliato contro gli agenti con calci e pugni. Nel tentativo di bloccarlo, i due membri dell'equipaggio della Polstrada avevano entrambi riportato lesioni. «Per raggiungere quella persona -prosegue Armelao- i poliziotti hanno rischiato di essere a loro volta investiti. Oltre a questo e per tutta risposta, sono rimasti anche feriti: hanno dimostrato non solo professionalità, ma una gran dose di coraggio, che auspichiamo venga riconosciuto dal dirigente del Compartimento Polstrada di Padova, a cui invieremo una nota affinché riconosca ai colleghi un giusto premio per il loro intervento». Un riconoscimento che i due non hanno certo ricevuto dal tunisino, arrivato a minacciarli invocando il terrorismo internazionale e, secondo il sindacato, neppure dalla giustizia, che ha rimesso subito il giovane subito in libertà.
Lina Paronetto Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino