LE TAPPE PADOVA Il giro di vite della Soprintendenza è scattato un anno

LE TAPPE PADOVA Il giro di vite della Soprintendenza è scattato un anno
LE TAPPEPADOVA Il giro di vite della Soprintendenza è scattato un anno fa. Ma la bomba è deflagrata solamente lo scorso 4 giugno, quando l'assessore al Commercio Antonio Bressa...

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LE TAPPE
PADOVA Il giro di vite della Soprintendenza è scattato un anno fa. Ma la bomba è deflagrata solamente lo scorso 4 giugno, quando l'assessore al Commercio Antonio Bressa ha annunciato che in centro storico ci sono ben 69 locali con i plateatici fuori norma e quindi destinati, almeno in teoria, ad essere drasticamente ridimensionati.

Sulla scrivania di Bressa, infatti, è arrivata dalla Soprintendenza un lista dettagliatissima, in cui sui mettono in fila una per una tutte le prescrizioni a cui devono attenersi baristi e ristoratori, se vogliono mantenere i loro tavolini all'aperto. Obiettivo, «assicurare il decoro dei complessi monumentali e di altri immobili del Demanio culturale interessati da flussi turistici particolarmente rilevanti».
Di fatto la Sovrintendenza pretende che vengano ridimensionati in maniera significativa i plateatici. Non solo. In alcuni casi come per esempio in piazza dei Signori, la richiesta è quella di far sparire tutti gli ombrelloni.
Ma qual è la logica che sta alla base di queste direttive? A spiegarlo ha provveduto l'architetto Edi Pezzetta, ispettore di zona della Soprintendenza: «Non è tollerabile che piazza dei Signori diventi uno spazio privato, coperto da ombrelloni che la fanno scomparire. Inoltre i plateatici non sono sulla piazza, la occupano. E secondo noi questo offre meno possibilità alla comunità di usufruirne: alla sera quasi non si può passare, non si organizza una sala da pranzo in un luogo del genere».
A regolare la concessione dei plateatici nei centri storici ci pensa già, dal 2004, il Codice dei beni culturali. Che però finora è stato ignorato. «Se il Comune, come abbiamo inteso, voleva darsi delle regole, noi gliele abbiamo fornite - ha aggiunto Pezzetta - Palazzo Moroni ci ha inviato la documentazione relativa ai 220 locali presenti in centro, e questo ci ha permesso di fare le nostre verifiche. Fatto questo, abbiamo stabilito alcuni principi per le autorizzazioni, che ora possono essere date, ma con alcune prescrizioni».
Pezzetta non ha esitato neppure a fare i nomi dei locali entrati nel mirino della Soprintendenza. «Ci sono situazioni come quella del bar Margherita che sono state tollerate. Il tendone non è mai stato autorizzato, tanto che Graziati non ce l'ha. Ma io dico: quando un turista esce da via Marsilio da Padova, potrebbe godere di uno dei più bei scorci della città e invece si trova gli ombrelloni e i tavolini - Pezzetta ha aggiunto - Passando a via Roma, deve far riflettere la situazione della chiesa dei Servi. A parte l'edicola in mezzo, il sottoportico ha la funzione di mediare fra spazio sacro e pubblico. Con i plateatici che occupano la sede stradale perde funzione e tocca fare una gimkana. Senza pensare a un'ambulanza che debba passare».
Una severa bocciatura è arrivata anche per le fioriere utilizzate dai locali per rendere più gradevoli i loro plateatici. «Lo spazio pubblico viene concesso, non è privato - ha detto ancora - Se recingi chiudi, privatizzi gli spazi. Insomma il diritto è di chi fruisce della città, non solo di chi prende lo spritz. È proprio per questo che le strutture alla sera devono essere rimosse: perché la piazza ritorni piazza e la strada ritorni strada. Così come si fa con il mercato».

L'ultima riflessione Pezzetta l'ha riservata agli ombrelloni che potrebbero sparire da piazza dei Signori. «Si sono mai visti ombrelloni in piazza San Marco? - ha concluso polemicamente - No. Eppure c'è il sole anche lì, e lì nessuno muore di fame. E chi ha detto che piazza dei Signori dev'essere da meno?».
Al.Rod.
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Il Gazzettino