LE REAZIONI PADOVA Per dividere, divide. Anche tra quelli che vedono bene la

LE REAZIONI PADOVA Per dividere, divide. Anche tra quelli che vedono bene la
LE REAZIONIPADOVA Per dividere, divide. Anche tra quelli che vedono bene la decisione del vicesindaco Arturo Lorenzoni di estendere e allungare a tutte le ore del giorno e per...

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LE REAZIONI
PADOVA Per dividere, divide. Anche tra quelli che vedono bene la decisione del vicesindaco Arturo Lorenzoni di estendere e allungare a tutte le ore del giorno e per tutti i giorni alla settimana la Zona a traffico limitato del centro città, imponendo anche un dazio per chi, senza permesso, intende entrare comunque.

«Una rivoluzione necessaria» l'aveva benedetta Lorenzoni, ma che di fatto crea tra gli esercenti un doppio fronte contrapposto. Il cardine è sempre quello: servirà? Per alcuni sì, per altri i problemi sono diversi: dall'assenza di parcheggi ad affitti troppo alti. Un mix perfetto per far morire un centro che molto vedono «già morto».
I CONTRARI
«Per me è negativa e controproducente», risponde Federica, che assieme allo zio gestisce il Caffè Missaglia di via Santa Lucia. E lì, dietro ad uno dei banconi storici del centro, la vedono tutti allo stesso modo. «Allargarla come perimetro fino a ponte Molino e allungare l'orario non va bene aggiunge Carlo, il gestore -, spero che venga presentata alla città e valutata da tutti. Le troppe limitazioni sono sempre dannose per il commercio». Sotto il Salone, la voce è quella di Adriano e Gabriella che gestiscono l'Enoteca Da Berto. «E' un bel problema», esordisce ficcante Adriano. «Il lato positivo ragionano i due è che magari si riduce il numero di chi entra in macchina. Il lato negativo? I parcheggi dove sono? Forse sarebbero meglio più parcheggi scambiatori e l'aumento della mobilità pubblica. Così il centro implode». E la loro, è la voce di altri commercianti e gestori di pubblici esercizi del centro commerciale più antico di Padova.
I FAVOREVOLI
Qualche centinaia di metri più in là, in via Del Santo, la pensano diversamente. A cavalcare l'onda della rivoluzione promossa da Lorenzoni è Davide, gestore del ristorante Sugo che si spinge anche oltre la proposta del vicesindaco. «Pensata così è una cosa fatta a metà, quello che mi piacerebbe propone - è una pedonalizzazione di via Del Santo e un rilancio dell'area, per evitare di fare la fine di via San Francesco, diventata una via morta. Qui chiude quando c'è la Notte Bianca o altro non si vede mai nessuno». Sulla stessa linea di pensiero Odone e Paola, da dietro il bancone dell'Enoteca da Severino. «Siccome le persone sono entrate nell'ottica di non venire in centro in auto commenta Odone non sarebbe male se questa strada diventasse pedonale».
CLIENTI E STUDENTI

Tra i quattro varchi interessati alla futura chiusura h24 oltre al varco di via Del Santo, anche quelli installati su ponte San Gregorio Barbarigo, in via Vescovado (attivi finora dalle 8 alle 20 dal lunedì al sabato) e in riviera Mussato (lunedì-sabato dalle 8 alle 16). «Tra la mia clientela c'è già preoccupazione analizza Stefano, titolare della Caffetteria Roma di via XX settembre, subito al di là del varco sul ponte ma credo cambi poco appena ci si accorge che manca parcheggio. Qui i negozi stanno morendo per affitti troppo alti. Sarebbe bello che il Comune intervenisse per calmierare i prezzi imposti dai privati». D'accordo anche gli studenti con il coordinatore di Studenti Per Udu Padova, Enrico Mazzo, che vede questa proposta come «l'occasione per internazionalizzare e rendere più ciclabile e pedonale Padova». A metà strada tra i due fronti c'è Luca, gestore della Tana del Luppolo: «Mi chiedo cosa succederà, gli uffici Ztl sono già intasatissimi. Comunque se c'è qualche macchina in meno in centro si cammina meglio, anche se questa non è la soluzione». La chiusa la mette Vanda Pellizzari, consigliera comunale della Lista Bitonci: «Una soluzione irresponsabile che desertificherà ancora di più il centro storico, i commercianti sono pronti a fare di tutto per contrastare questa Ztl spegnendo anche le luci di notte».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino