Le opere salvate dalla follia dell'Isis

Le opere salvate dalla follia dell'Isis
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LA MOSTRA
VENEZIA Madonna con bambino, Deposizione di Cristo, cammelli nel deserto, il mercato di Erbil, la devastazione di Mosul Ovest: Back to Life in Iraq è il titolo della suggestiva mostra allestita all'isola di San Servolo, inaugurata ieri. Per la prima volta in Italia il pittore Matti al-Kanun, che il giornalista Emanuele Confortin ha conosciuto e raccontato.

BACK TO LIFE
Sono una quindicina le opere esposte a San Servolo, (tre erano state esposte in una precedente mostra nell'Oratorio San Ludovico), restaurate dall'artista e dagli studenti di Ca' Foscari, a cui sono abbinate fotografie scattate da Emanuele Confortin sulle scene di guerra e da un documentario. Un coraggioso reportage.
L'INAUGURAZIONE
L'inaugurazione della mostra è stata preceduta da un convegno in cui sono state illustrate, oltre alla situazione in Iraq, la storia di al-Kanun, e il sapiente lavoro di restauro dei dipinti dove si vedono i segni degli sfregi. Hanno portato il loro saluto Fulvio Landillo (San Servolo), Erck Rickmers (Hsci Foundation), Shaul Bassi (Ca' Foscari). Sono inoltre intervenuti autorevoli relatori, oltre all'artista, quali Abdoul Jabbar Mustafa (Focsiv) che ha fatto anche da interprete.
IL SOGNO
«Mi fa piacere essere qui a Venezia, bellissima città d'arte e l'ospitalità è squisita - ha detto al-Kanun Per me si è realizzato un sogno. L'arte è internazionale e questo è un buon inizio». Emanuele Confortin ha presentato «il progetto di ampio respiro Back to Life in Iraq, che aiuta a capire un conflitto spesso lontano e difficile» e ha ricordato una frase dell'artista che l'aveva colpito: «Non sono un soldato, né un politico, sono un artista e vorrei ritrovare le mie opere». Sono stati affrontati anche temi di attualità quali i diritti umani e la questione degli yazidi, la drammatica persecuzione delle minoranze in Medio Oriente, l'arte come forma di resistenza al conflitto bellico.
RIFUGIATO CRISTIANO
Matti al-Kanun, rifugiato iracheno, raffigura nei suoi lavori vari soggetti, spesso ispirati al Rinascimento italiano, temi a sfondo religioso, legati al suo essere cristiano siriaco. Costretto dai jihadisti dell'Isis a fuggire dalla sua casa nella cittadina di Bartella nel 2014 - casa che fu saccheggiata e le sue opere sfregiate e squarciate - alla liberazione, le ha ritrovate. La decisione di ripararle è un segno di reazione e di rinascita da una devastante guerra.
L'iniziativa è organizzata dal Center for the Humanities and Social Change dell'Università Ca' Foscari di Venezia, centro di ricerca interdisciplinare che valorizza il ruolo della cultura umanistica; l'associazione Nuova Icona, specializzata nel mondo artistico contemporaneo di Iraq e di altri paesi mediorientali, e San Servolo srl, sede di eventi di alto livello artistico e civile.

Maria Teresa Secondi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino