LE INDAGINI VENEZIA Per la polizia non ci sono dubbi. Nadia De Munari ha riconosciuto

LE INDAGINI VENEZIA Per la polizia non ci sono dubbi. Nadia De Munari ha riconosciuto
LE INDAGINIVENEZIA Per la polizia non ci sono dubbi. Nadia De Munari ha riconosciuto i suoi assassini. Ed è, probabilmente per questo che è stata uccisa nella sua camera da...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LE INDAGINI
VENEZIA Per la polizia non ci sono dubbi. Nadia De Munari ha riconosciuto i suoi assassini. Ed è, probabilmente per questo che è stata uccisa nella sua camera da letto nelle prime ore del giorno, forse tra le 3 e le 4 della mattina di mercoledì scorso. Ma c'è di più: secondo il vescovo della cittadina di Chimbote, nel centro nord del Perù, Monsignor Ángel Francisco Simón Piorno, la missionaria 50enne vicentina di Schio avrebbe cercato di difendersi come ha potuto dai colpi sferrati con rabbia dai suo assassini. Ne sono conferma i segni alle braccia della donna nel tentativo estremo di difendersi. Intanto le indagini potrebbero giungere dei risultati clamorosi, a sei giorni dall'agguato mortale, la Polizia peruviana ritiene che Nadia De Munari possa aver capito chi, in quella maledetta notte, possa essersi intrufolato nella sua stanza.

GLI INDIZI
Infatti, dopo i rilievi di legge, gli investigatori hanno potuto verificare come non vi siano stati segni di effrazione alla porta della camera della donna e questo potrebbe far pensare che Nadia possa aver aperto all'assassino. Al momento dell'omicidio, al piano sottostante nell'edificio che ospita casa famiglia Mamma Mia nell'ambito dell'Operazione Mato Grosso, si trovavano diciassette persone, ma nessuna pare abbia notato nulla di quello che accadeva al piano superiore. In ogni modo gli inquirenti hanno provveduto a raccogliere le impronte digitali di tutti i presenti. E soprattutto sotto osservazione speciale vi è una donna, Lisbet Ramirez Cruz, che è risultata essere rimasta ferita nell'agguanto alla missionaria vicentina. Gli investigatori ritengono che la donna possa fornire informazioni decisive sul delitto.
Ed è stato ancora il vescovo di Chimbote, unitamente all'arcivescovo di Lima, Carlos Castillo Mattasoglio, a raccontare come si sta vivendo nella cittadina all'indomani dell'omicidio. «Era una donna molto brillante e che sapeva fare il suo mestiere. Gestiva sei giardini di infanzia - ha ricordato monsignor Piorno - e che si occupava anche della mensa per i poveri. Spero che la Dirincri (Direzione delle indagini penali in Perù) faccia un buon lavoro investigativo per scoprire chi sia l'assassino e quale sia stato il motivo per uccidere una donna di nemmeno 50 anni. Questo è un caso che avrà ripercussioni internazionali, non è un'esclusiva nostra. Cosa diranno gli europei di Spagna e Italia che hanno missionari qui? Penseranno che questo è un paese semi-selvaggio perché ciò che hanno fatto a lei è indescrivibile».
IL DOLORE

E anche la popolazione di Chimbote si è appellata alla Polizia peruviana affinchè i colpevoli possano essere assicurati alla giustizia attraverso una serie di video pubblicati su Facebook. Dopo l'efferato delitto non sono mancate le prese di posizione della politica con Antonio Tajani (Fi) e il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova che hanno chiesto rapidità nelle indagini. Secondo il sindaco di Schio, Valter Orsi, la morte della donna e il ferimento del vescovo Cristian Carlassare avvenuto nel Sud Sudan, anch'egli originario della cittadina vicentina, sono cose che «mettono ko. Lascia sbigottiti la barbara aggressione verso persone che hanno dato la loro vita per fare del bene». E su questi episodi è intervenuto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia: «Questi gravi fatti che toccano così da vicino la nostra regione - ha detto il governatore - non possono che invitarci ad approfondire la riflessione lanciata da Papa Francesco sulle violenze con cui si stanno colpendo i cristiani. Sto seguendo la vicenda di Nadia De Munari. Con il suo impegno umanitario di missionaria laica, portato fino al sacrificio della vita, resterà sempre un modello di quel Veneto solidale che non gira la testa dall'altra parte di fronte alle necessità del mondo. Mi unisco all'appello dei familiari affinché sia appurata la verità sul suo tragico destino».
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino