Le categorie scrivono al ministro: «Nuove regole per riaprire i locali»

Le categorie scrivono al ministro: «Nuove regole per riaprire i locali»
L'APPELLOVENEZIA Locali aperti a pranzo (e possibilità di lavorare per asporto anche dopo le 18 anche in zona arancione) e riapertura cena quando si tornerà in zona gialla. Le...

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L'APPELLO
VENEZIA Locali aperti a pranzo (e possibilità di lavorare per asporto anche dopo le 18 anche in zona arancione) e riapertura cena quando si tornerà in zona gialla. Le maggiori organizzazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti, fanno squadra assieme ai sindacati con un appello al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli nel quale si chiedono misure per consentire la riapertura dei locali pubblici.

LE RICHIESTE
Un documento di 13 pagine condiviso a livello nazionale indica le richieste per il sostegno di un settore che durante l'emergenza sanitaria ha perso qualcosa come 30 miliardi di euro di fatturato, con decine di imprese (solo a livello cittadino) a rischio di sopravvivenza. «È urgente essere rimessi nelle condizioni di riavviare il nostro lavoro - spiega il presidente metropolitano di Confcommercio e di Fipe Venezia, Massimo Zanon - per garantire la continuità delle attività e il reddito nostro e dei nostri dipendenti e collaboratori, evitando casi di disperazione sempre, purtroppo, potenzialmente possibili».
Nelle richieste al ministro, oltre alla riapertura dei locali, si chiede priorità alla vaccinazione del personale, la possibilità di inserire il passaporto sanitario per la clientela e la disponibilità a trattare con le istituzioni nuovi protocolli d'intesa per la riapertura, che tengano conto anche delle diverse situazioni da affrontare: un ristorante di ampia metratura non è come un bar dove si può accedere soltanto al bancone: nel primo - si ipotizza - le categorie chiedono che sia possibile accedere su prenotazione, con la misurazione della temperatura e con il pagamento elettronico, mentre nel secondo caso la chiusura dovrebbe essere compensata da adeguati ristori.
NUOVI RISTORI
«E questi - chiede il segretario veneziano di Confesercenti Emiliano Biraku - devono essere calcolati su base annua. In città ci sono decine di imprese che stanno chiudendo, e la situazione di Venezia, al pari delle altre città d'arte, è anche più grave perché i flussi turistici sono scomparsi».
Per questo le categorie chiedono al Governo, oltre al ricalcolo dei ristori, l'esenzione del pagamento dell'Imu per il 2021, il prolungamento degli ammortizzatori sociali fino al termine dell'emergenza, interventi sulle locazioni commerciali (argomento particolarmente delicato a Venezia) e la revisione di costi di utenze, tasse e imposte. «Servono provvedimenti straordinari per un'emergenza straordinaria conclude Zanon a nome di Confcommercio I pubblici esercizi rappresentano un punto di riferimento per i quartieri e le città, servono migliaia di consumatori tra cui molti lavoratori per pranzo, sono un presidio di socialità». Argomento condiviso anche da Biraku: «In queste ore il Governo parla di visione del futuro, ma noi qui non vediamo il presente: abbiamo bisogno di riaprire in modo stabile e con nuovi criteri, per questo stiamo disponibili a sederci al tavolo con il Comitato tecnico scientifico per discutere assieme delle modalità per poter lavorare in sicurezza».

Alberto Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino