Con il concerto di oggi in Arena di Verona prende ufficialmente il via Il mio gioco preferito European tour, la tournée di oltre 30 date con cui Nek, al secolo Filippo Neviani,...
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Perché ha scelto di iniziare la tournée dalla città scaligera?
«Verona è una città che ho nel cuore da anni. È una città che amo, ho tanti amici. Ci venivo da ragazzino, avevo le morosine qui e quindi è una città dove vivrei volentieri. Anche mia moglie apprezza molto la città e, anche se non spesso, veniamo a trovare gli amici e a passare il week-end. Inoltre l'Arena è un simbolo della città e d'Italia, non potevo non partire da Verona».
Come sarà il concerto dell'Arena?
«Saranno tutti singoli, tutte canzoni che la gente vuole. Spero di aver soddisfatto le persone, facendo salti dal passato al presente e viceversa. Mi sono preso anche la libertà di costruire alcune canzoni in chiave diversa. È però un concerto a se stante: fa partire tutto il tour del 2019/2020 ma è un live adattato all'Arena, sarà diverso da quello dei teatri. Il repertorio comunque sarà consolidato: ho messo tutto quello che potevo pensare piacesse al pubblico. In più, attraverso i social mi hanno fatto capire cosa desideravano sentire. Buona parte delle canzoni mi sono state suggerite dai fan. Altrimenti a che servono i social?»
L'ultimo album Il mio gioco preferito parte prima è entrato ai vertici della classifica, quando uscirà la seconda parte?
«Sicuramente nell'anno nuovo. Non voglio creare limitazioni, ho bisogno ancora di un po' di tempo perché da un giorno all'altro escono delle canzoni nuove. La tecnologia mi permette di chiudere all'ultimo il disco e quindi posso spostare l'uscita più avanti. Anche perché l'ultimo singolo che si chiama Cosa ci ha fatto l'amore è un qualcosa che ha richiesto la gente: questo disco ha avuto ancora la possibilità di dare questa canzone che è l'ultima di questa prima parte».
Ha fatto il coach ad Amici e il conduttore di una trasmissione radiofonica, cosa c'è nel suo futuro?
«Mi piacerebbe molto fare il conduttore televisivo di una trasmissione ad hoc. In futuro credo che avrò modo di riflettere, di creare qualcosa con un insieme di persone. Mi piacerebbe lavorare in televisione. L'ho capito da quando ho fatto Amici insieme a J-Ax: c'era la possibilità di parlare, interagire con il pubblico e quindi di dare una visione di me più completa di quella che la gente ha avuto vedendomi sul palco. Mi sono sentito di esprimere dei pareri, di andare nel profondo, di dialogare con le persone».
Cosa le ha lasciato l'esperienza di volontario in Brasile con Nuovi Orizzonti dello scorso anno?
«È è stata una esperienza meravigliosa, durata forse troppo poco perché io dovevo ritornare in quanto ero ancora in tour con Pezzali e Renga. Ho potuto ritagliarmi solo 5 giorni sui 10 previsti da Nuovi Orizzonti. Ho visto una realtà opposta a quella in cui vivo quotidianamente. Sono stato nelle favelas e ho notato nella povertà talmente tanta abbondanza che non ho ritrovato poi nella vita qui».
La ripetera?
«Sicuramente, quest'anno mi avevano chiesto di andare in Amazzonia ma non ce l'ho fatta, i miei impegni me lo hanno impedito. È una esperienza che consiglio a tutti, anche ai non credenti: quando torni a casa ti accorgi che è servito più a te che a loro. Non c'è piacere più grande nel fare qualcosa per gli altri rispetto al farlo per sé stessi. Nessuno è escluso, bisogna solo essere disposti a trovare il tempo giusto ad aiutare gli altri».
Daniela Ghio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino