Sempre di più i robot entrano nelle fabbriche con il rischio di sostituirsi agli operai in carne e ossa. Questo è uno dei temi della cosiddetta Industria 4.0: processi...
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Una situazione che può sembrare paradossale ma che trova una spiegazione - oltre che nell'aumento dei volumi produttivi, circa 200 mila lavatrici da fare in più all'anno rispetto alle previsione del 2014 - nei nuovi modelli di lavatrici che oggi si producono a Porcia. Modelli più complessi e a maggiore contenuto tecnologico rispetto alle vecchie lavabiancheria del segmento basso di gamma che sono emigrate in Polonia. Per realizzare queste lavatrici, lungo le linee, servono in media venti o trenta operai in più rispetto a quelli necessari per i vecchi modelli. Ecco che - nonostante l'ingresso in massa in fabbrica dei metalmeccanici digitali che operano fianco a fianco con le tradizionali tute blu - i posti di lavoro vengono compensati (fino a oggi, sembra almeno pareggiati) dalla richiesta di maggiore manodopera per realizzare le lavabiancheria di ultima generazione. Per esempio le lavasciuga con pompa di calore (per il risparmio energetico) o le lavabiancheria con il sistema per addolcire l'acqua dal calcare. O ancora i modelli più grandi o semi-professionali realizzati per il mercato americano. Ma questo è un modello destinato a durare nel tempo? Difficile dirlo, soprattutto se l'automazione dovesse proseguire a ritmi quasi forsennati. Certo, fino a oggi la situazione è pareggiata: i 70 robot hanno comunque bruciato un certo numero di posti, ma gli operai sono stati recuperati sulle linee dai modelli più evoluti di elettrodomestici. «Quasi paradossalmente - spiega Gabriele Santarossa, delegato Uilm e componente della commissione - se non avessero introdotto i robot automatizzando le linee oggi a Porcia si dovrebbero assumere operai per fare andare tutte le linee a pieno regime». Stante questa situazione i circa 300 esuberi preventivati nel 2014 - che pure restano sulla carta, tanto che ci sarà la proroga di un anno del contratto di solidarietà - sono destinati a essere, almeno in parte, riassorbiti. Anche di questo si parlerà nell'incontro di verifica dell'Accordo 2014 previsto al ministero il 6 aprile.
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Il Gazzettino