Lavorava per più aziende: l'Usl licenzia la dottoressa

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IL CASO BELLUNO Lavorava per l'Usl 1 Dolomiti ma, allo stesso tempo,...

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IL CASO

BELLUNO Lavorava per l'Usl 1 Dolomiti ma, allo stesso tempo, per altre aziende sanitarie. H.K., dottoressa stacanovista ma fuori legge, è stata licenziata. Le è stato revocato il rapporto di convenzione che la legava all'azienda sanitaria bellunese con un incarico provvisorio di medico di continuità assistenziale perché, tenere i piedi in due o più scarpe, non si può. Era il 18 luglio dello scorso anno quando alla dottoressa era stato contestato il ripetersi di situazioni di incompatibilità tra gli incarichi assegnateli dall'Usl 1 Dolomiti e le attività svolte, nello stesso periodo, presso altre aziende sanitarie. Collaborazioni e incarichi ai quali la professionista non aveva fatto cenno al momento dell'assunzione. Insomma, il medico lavorava in un ambulatorio di guardia medica in provincia e si divideva tra almeno altri due impieghi. Unitamente alla contestazione è stata chiesta l'apertura di un procedimento disciplinare al Collegio Arbitrale per la Medicina Generale presso l'Azienda Zero. Il tutto perché, secondo la legge 412 del 1991, con il servizio sanitario nazionale può intercorrere un unico rapporto di lavoro, incompatibile con ogni altro rapporto di lavoro dipendente, pubblico o privato, e con altri rapporti anche di natura convenzionale con il servizio sanitario nazionale. Per la trattazione del procedimento disciplinare era stata fissata l'udienza al 24 ottobre, rinviata poi al 28 novembre giorno in cui si è svolta anche la riunione del Collegio arbitrale, che ha deliberato all'unanimità per l'applicazione della sanzione della revoca del rapporto di lavoro convenzionale. La dottoressa da lì a due giorni ha presentato le dimissione volontariamente, ma l'iter del procedimento è comunque proseguito in quanto si legge nella deliberazione che porta la firma del direttore generale Adriano Rasi Caldogno permane l'interesse di questa Usl ad irrogare la sanzione in presenza di comportamenti che giustificano la revoca del rapporto, a prescindere dall'attualità del rapporto di lavoro. Un'infrazione troppo grossa per lasciar perdere e accantonare tutto, anche se ora la donna non lavora più con l'azienda bellunese. La delibera del Collegio arbitrale, inoltre, verrà divulgata. Del comportamento scorretto della dottoressa verranno informati anche l'Azienda Usl 8 Berica e l'Usl 9 Scaligera, incaricate rispettivamente dell'assegnazione delle zone carenti e della redazione della graduatoria regionale dei medici convenzionati per il Veneto, oltre all'Ordine provinciale dei medici dov'è iscritta la professionista.

Alessia Trentin
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Il Gazzettino