LA VISITA MESTRE Il presidente di Confindustria nazionale va ovunque, nelle associazioni

LA VISITA MESTRE Il presidente di Confindustria nazionale va ovunque, nelle associazioni
LA VISITAMESTRE Il presidente di Confindustria nazionale va ovunque, nelle associazioni territoriali italiane, e in questi giorni Vincenzo Boccia sta girando parecchio lo Stivale....

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LA VISITA
MESTRE Il presidente di Confindustria nazionale va ovunque, nelle associazioni territoriali italiane, e in questi giorni Vincenzo Boccia sta girando parecchio lo Stivale. Ma la sua partecipazione all'assemblea privata della territoriale Venezia e Rovigo è stata, come ha detto lui stesso, un po' irrituale perché di solito lo si può vedere alla parte pubblica dell'assemblea. Boccia non voleva perdersi l'elezione, a maggioranza quasi bulgara, del nuovo presidente Vincenzo Marinese che, dopo la guida di transizione di Matteo Zoppas oggi al vertice del Veneto, è il primo presidente della prima associazione locale nata dalla fusione di due realtà, appunto Venezia e Rovigo.

L'ALTRA FUSIONE
Poco importa che ora anche Padova e Treviso siano sulla strada della fusione ed entro la metà del 2018 diventeranno la seconda territoriale in Italia dopo Milano. Padova e Treviso l'anno scorso, quando Vincenzo Boccia si sedette sulla poltrona di viale dell'Astronomia, fu eletto anche con il sostegno di Verona, Vicenza e Venezia grazie a Matteo Zoppas, mentre Padova e Treviso votarono Alberto Vacchi. «Sono amici - ha detto ieri mattina Boccia al termine delle votazioni - e sono venuto ad esprimere la riconoscenza, il rispetto e la gratitudine di Confindustria per il lavoro fatto da Zoppas, Gambato (ex presidente di Rovigo e presidente di transizone dopo Zoppas) e Marinese che hanno dato vita a questo capolavoro, fondersi e fare sistema, creando un'associazione che vuole essere utile per il Paese secondo l'assunto che, se cresce l'economia, cresce anche il Paese».
L'ASSEMBLEA
Il peso che il presidente nazionale dà a Venezia, al di là delle dimensioni dell'Associazione, lo dimostra anche il fatto che probabilmente in laguna il 12 dicembre e a febbraio si terranno due pre assise e l'assise vera e propria con la quale tradizionalmente, prima di ogni elezione politica, Confindustria si riunisce per presentare alle forze in campo e ai candidati i temi che più stanno a cuore alle imprese: «Abbiamo pensato al Veneto perché è la Regione simbolo di un'idea di industria ed è patria delle Pmi, le Piccole e medie imprese». Con Matteo Zoppas, poi, c'è aperta anche la questione del referendum sull'autonomia del Veneto che vedrà 208 mila elettori domenica andare ai seggi.
IL REFERENDUM
Ieri mattina non a caso il Consiglio di presidenza di Confindustria Veneto ha ospitato il governatore della Regione Luca Zaia che ha illustrato il tema dell'autonomia Veneta. È noto che Zoppas da mesi appoggia ufficialmente il sì all'autonomia, e Boccia ieri, pur ricordando che Confindustria nazionale sta a guardare perché è un tema locale, ha detto che «siamo allineati con l'associazione veneta. E l'impostazione che stanno dando al referendum, ovvero l'idea di scambiare autonomia con responsabilità in una logica di interesse nazionale, la condividiamo. È molto importante che non si tratti di un'idea divisa ma inclusiva e questo è un orgoglio del Paese e dell'Italia».
E quando ha incontrato Zaia, il presidente di Confindustria Veneto, non ha mancato di ricordare che l'appoggio delle imprese al sì al referendum non è gratis e incondizionato «ma radicato al raggiungimento di alcuni obiettivi e competenze, strettamente legati alle esigenze delle imprese». La Regione, insomma, dovrà diventare titolare delle politiche industriali locali e della gestione delle crisi, del sistema formativo, dei servizi all'impiego, del nuovo welfare tra pubblico e privato, dell'assetto e dell'organizzazione degli Enti e delle Autonomie locali, della costruzione di una piattaforma fatta di logistica, di infrastrutture e di connessioni digitali «che mettano il Veneto in collegamento con l'Europa e i grandi mercati mondiali».

Tutto ciò comporta naturalmente una diversa ripartizione delle risorse raccolte nel Veneto attraverso Irpef, Ires e Iva, e quindi la soluzione al problema del cuneo fiscale che in Veneto ammonta a 15 miliardi di euro di saldo attivo, mentre in Italia il debito pubblico aumenta.
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino