LA VICENDA UDINE Non ci sono i tempi tecnici per riorganizzare il rientro in

LA VICENDA UDINE Non ci sono i tempi tecnici per riorganizzare il rientro in
LA VICENDAUDINE Non ci sono i tempi tecnici per riorganizzare il rientro in classe degli alunni delle superiori tanto prima di quanto previsto dall'ordinanza. Così il Tar Fvg non...

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LA VICENDA
UDINE Non ci sono i tempi tecnici per riorganizzare il rientro in classe degli alunni delle superiori tanto prima di quanto previsto dall'ordinanza. Così il Tar Fvg non riapre le scuole che l'ordinanza Fedriga vuole chiuse fino al 1. febbraio. Il Tribunale presieduto da Oria Settesoldi (che invece aveva accolto un'analoga richiesta fatta con un primo ricorso) ha respinto l'istanza di sospensiva e di abbreviazione dei termini presentata da un gruppo di genitori in gran parte della provincia di Udine e ha fissato per la trattazione collegiale un'udienza il 10 febbraio. Ma i ricorrenti concludono con l'avvocato Filippo Pesce che «ne usciamo comunque vincitori».

LE RAGIONI

Alle superiori, come ha evidenziato la direttrice dell'Usr Daniela Beltrame nel confronto informale di ieri fra il Tar, le parti, le Prefetture e l'Usr, servono almeno 4 giorni per organizzare la ripartenza in presenza. Ed è questo «lo scenario fattuale» di cui il Tar non ha potuto che tenere conto, «anche se il danno dedotto dalle parti ricorrenti non può ritenersi sfornito di principio di prova». Come si legge nel decreto «una sospensione dell'ordinanza regionale impugnata non potrebbe portare ad una ripresa della didattica in presenza» prima del 27 gennaio e «tali circostanze fattuali fanno sì che in caso di accoglimento della presente istanza monocratica si potrebbe arrivare ad un'anticipazione di soli 4 giorni» rispetto alla scadenza dell'ordinanza. Da qui, la decisione. L'avvocato Pesce è comunque soddisfatto: «Alla fine, siamo contenti del risultato perché il Tar non ha dato ragione all'impostazione sostenuta dalla Regione. Pur ritenendo che ci fosse un danno in capo ai ricorrenti, ha precisato come oggi sia emerso durante la consultazione con l'amministrazione scolastica che non vi erano i tempi tecnici per riaprire in presenza in tempo: prima del 27 non sarebbe stato possibile. Ma questo non toglie nulla al merito. Ha di fatto mantenuto l'impostazione della prima decisione. Ha infatti ravvisato un presupposto di danno in capo ai ricorrenti. Tenuto conto che la situazione epidemiologica ci dà qualche speranza, confidiamo che la Regione non emetta una nuova ordinanza che impedisca la ripresa dal 1. febbraio». Durante il confronto ieri Fedriga aveva posto l'accento sul tema della salute pubblica, rivendicando le ragioni della sua ordinanza sulla base dell'andamento dei contagi e del nesso fra l'aumento dei positivi e la riapertura delle scuole. Per il componente della Paritetica Salvatore Spitaleri, «se ci vogliono alcuni giorni per organizzarsi, da qui al 31 ci sono tutti: a questo punto non ci sono più scuse. Il Tar non ha detto che la Regione ha ragione ma dice che il tempo per attuare una diversa misura è insufficiente a preservare l'effettiva garanzia dei diritti degli allievi. Vuol dire anche che il provvedimento della Regione presenta dei vizi. Se non ci fossero, il Tar avrebbe detto siete venuti da me per niente».
Cdm
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Il Gazzettino