LA TRAMA La storia di Kumail ed Emily è realmente accaduta. A Chicago. Kumail

LA TRAMA La storia di Kumail ed Emily è realmente accaduta. A Chicago. Kumail
LA TRAMALa storia di Kumail ed Emily è realmente accaduta. A Chicago. Kumail e Emily sono anche i due sceneggiatori del film e il ragazzo pakistano trapiantato negli States è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA TRAMA
La storia di Kumail ed Emily è realmente accaduta. A Chicago. Kumail e Emily sono anche i due sceneggiatori del film e il ragazzo pakistano trapiantato negli States è anche interprete di se stesso, mentre Emily ha il volto di Zoe Kazan. Fin dal titolo si capisce che siamo di fronte a una storia d'amore, dove il dolore e le lacrime sono state tante: the big sick, probabilmente non tradotto per il timore di perdere spettatori perché di una persona malata stiamo parlando, riesce invece a essere sobrio e sposta quasi totalmente l'attenzione altrove, lasciando che il percorso ospedaliero resti parallelo a tutta la vicenda che si snoda sulle problematiche interetniche e sull'insofferenza dei giovani verso qualsiasi imposizione, specie in campo sentimentale.

I genitori di Kumail infatti vogliono trovare una sposa adatta al loro figlio nella comunità musulmana ed ecco che il girotondo delle pretendenti prende forma nel disinteresse totale del figlio, mentre la madre raccoglie le foto delle ragazze con rassegnazione in una scatola, sperando che il ragazzo prima o poi ceda. Ma una sera, mentre dà vita al suo consueto spettacolo (è un giovane comico che guida per Uber e la sera va nei locali d'intrattenimento), una ragazza lo apostrofa: è Emily e tra i due, pian piano, nasce una relazione.
Diretto da Michael Showalter e prodotto da Judd Apatow, anche regista-sceneggiatore che ha dato da tempo un marchio personale a una commedia venata di umorismo esistenziale, The big sick poggia sull'esclusione la sua forza maggiore: non solo i genitori pakistani non desiderano intromissioni di altre razze e religioni nella vita del proprio figlio, ma anche papà e mamma di Emily, apparentemente più aperti e ecumenici, hanno un impatto tutt'altro che gentile nei confronti di Kumail, che però si stempera di fronte alle attenzioni che il ragazzo dimostra nei confronti della figlia, in coma in un letto d'ospedale. Non ci sono particolari guizzi, né la regia ha trovate originali: è un film principalmente di scrittura, verboso quanto basta, come capita nelle coordinate di Apatow e Baumbach, retto da interpretazioni adeguate, compresa quella di Kumail, che viaggia senza intoppi verso il consueto carosello di foto dei due protagonisti reali (dove appare la vera Emily). Tra una risata e una lacrima trattenuta, tra un diverbio e una dichiarazione d'amore, tra una rottura con i propri genitori ottusi e una riparazione con tanto di torta, tra una tragedia sfiorata e una vita in comune finalmente possibile, Showalter si mette al servizio della storia, calcolando ogni trappola e lasciando allo spettatore quelle situazioni destinate al sorriso, come quel secondo incontro in un locale, stavolta di New York, dove Emily, superata la malattia, raggiunge Kumail dopo la sua partenza da Chicago.

Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino