LA TRAGEDIA ALTIVOLE (TREVISO) Si era alzata ancor prima dell'alba per arrivare

LA TRAGEDIA ALTIVOLE (TREVISO) Si era alzata ancor prima dell'alba per arrivare
LA TRAGEDIAALTIVOLE (TREVISO) Si era alzata ancor prima dell'alba per arrivare puntuale alla casa di riposo Umberto I di Montebelluna. Precisa e con la vocazione ad aiutare il...

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LA TRAGEDIA
ALTIVOLE (TREVISO) Si era alzata ancor prima dell'alba per arrivare puntuale alla casa di riposo Umberto I di Montebelluna. Precisa e con la vocazione ad aiutare il prossimo, la 19enne Elisa Girolametto teneva moltissimo a non sfigurare nel primo giorno di tirocinio universitario. La aspettavano alle 6 e lei, nonostante bastino una ventina di minuti per arrivare a destinazione, alle 5.15 si era messa alla guida della sua Fiat Punto. «Vado amore, a più tardi» ha scritto al suo fidanzato Giorgio. A Montebelluna però Elisa non è mai arrivata. La sua vita si è fermata a metà strada, in via degli Alpini a San Vito di Altivole. Intrappolata fra le lamiere della sua Punto avvolta dalle fiamme.

LA DINAMICA
Erano le 5.35 quando una coppia che vive in via degli Alpini ha dato l'allarme. Avevano sentito un tonfo in strada e, affacciandosi, avevano visto la Punto accartocciata contro la spalletta in cemento del ponte carrabile che collega il campo accanto a casa loro alla strada. Fumo: denso e scuro, che in pochi minuti a riempito l'abitacolo. E poi il fuoco: prima qualche lingua, poi fiamme violente. Percorrendo il rettilineo, all'altezza del civico 4, la 19enne ha perso il controllo della Fiat circa venti metri prima del punto d'impatto. Ha sbandato, probabilmente per un colpo di sonno. L'urto è stato pesante per la piccola utilitaria alimentata a Gpl. Il cofano si è fracassato contro il cemento, deformando le lamiere, facendo fuoriuscire il motore e facendo restare la carcassa dell'auto nella canaletta.
L'AGONIA
Elisa forse è inizialmente svenuta, forse è solo rimasta intontita per qualche istante. In pochissimo tempo i danni all'auto hanno innescato un principio di incendio. Una miscela letale con le portiere bloccate a causa del metallo piegato. Aveva la cintura di sicurezza allacciata Elisa e quando si è resa conto che il fumo stava invadendo l'abitacolo ha inutilmente cercato di aprire la portiera dall'interno. Tutto inutile. Una scena agghiacciante che si è consumata davanti agli occhi della coppia accorsa in strada e di un ragazzo di passaggio, che si sono lanciati sulla Punto tentando disperatamente di aprirla. Questione di attimi: «Aiutatemi!» ha gridato la ragazza. L'orrore è andato in scena, a sconvolgere per sempre l'esistenza di papà Diego, di mamma Marina Maria e delle due sorelle di 14 e 16 anni. Ma anche quelle di quei primi soccorritori improvvisati, sconvolti e impotenti.
LE INDAGINI

Nulla avrebbero potuto fare: anche i vigli del fuoco dopo aver spento il rogo che in pochissimo tempo ha avvolto l'auto, hanno faticato con le pinze idrauliche per farsi largo fra le lamiere. Per Elisa Girolametto i soccorsi sono stati inutili. Mentre il suo povero corpo martoriato veniva trasferito all'obitorio dell'ospedale di Castelfranco, sul luogo dell'incidente sono accorsi i genitori, stravolti dal dolore. I carabinieri hanno accertato la dinamica, appurando come lo schianto non abbia coinvolto nessun altro. La notizia è corsa veloce in tutta la Castellana, raggiungendo anche il fidanzato, i tanti amici e i colleghi volontari della Croce Rossa, dove Elisa prestava servizio da circa due anni a Bassano del Grappa e dove, proprio durante la formazione, aveva conosciuto il suo Giorgio. Voleva fare dell'assistenza ai bisognosi anche il suo lavoro, tanto da essersi iscritta al corso di biotecnologie sanitarie dell'Università di Padova con sede a Feltre, tanto che proprio ieri avrebbe cominciato la parte di formazione sul campo.
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino