LA SENTENZA BELLUNO Si era visto togliere arma, distintivo, ha avuto la carriera

LA SENTENZA BELLUNO Si era visto togliere arma, distintivo, ha avuto la carriera
LA SENTENZABELLUNO Si era visto togliere arma, distintivo, ha avuto la carriera bloccata ed era finito in aspettativa. Tutto perché si era messo contro un suo superiore, non solo...

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LA SENTENZA
BELLUNO Si era visto togliere arma, distintivo, ha avuto la carriera bloccata ed era finito in aspettativa. Tutto perché si era messo contro un suo superiore, non solo dicendo cose di lui, che sarebbero state non fondate, ma anche perché lo avrebbe affrontato e minacciato. Alla fine l'incubo vissuto negli ultimi due anni da un carabiniere bellunese è terminato martedì scorso con la sentenza di assoluzione piena pronunciata dal Tribunale militare di Verona. Lo aveva chiesto la stessa Procura: «Assolvetelo le accuse non sono fondate». Era la seconda assoluzione piena nel giro di poche settimane per l'appuntato che ha dovuto affrontare due processi. «Siamo soddisfatti - ha detto il difensore dell'appuntato, l'avvocato Paolo Serrangeli di Feltre - dell'esito dei processi. È la dimostrazione che ci sono carabinieri disposti a rischiare anche la loro stessa carriera per dimostrare che la legge è davvero uguale per tutti.

I fatti contestati all'appuntato bellunese che è in servizio in provincia, risalgono al marzo e maggio 2018. Nel primo processo era imputato di diffamazione continuata e aggravata nei confronti di un maresciallo maggiore e un brigadiere: avrebbe detto che si sarebbero presentati in servizio dopo aver bevuto 2-3 prosecchi allo spaccio della caserma bellunese. Nel secondo processo era chiamato a rispondere di insubordinazione con minaccia e ingiuria, perché si sarebbe messo faccia a faccia contro un suo superiore dicendogli: «È la seconda volta che mi chiudi negli spogliatoi, falla finita». In realtà il video visionato in aula martedì, nel Tribunale di Verona lo ha scagionato, senza alcun dubbio. Una doppia vittoria per l'appuntato, che aveva scelto di affrontare il processo a testa alta. «Il carabiniere - spiega l'avvocato Serrangeli - convinto della sua innocenza ha rifiutato di patteggiare la pena ovvero di accettare la sospensione del procedimento con messa alla prova. Ha affrontato due processi, assumendosi il rischio di una condanna piena. Ora darà nuovo impulso alla sua carriera, senza macchia, e ricomoncerà a vivere serenamente».
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Il Gazzettino