La riforma accorcia la pena: due anni di troppo in cella

La riforma accorcia la pena: due anni di troppo in cella
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PORDENONE - (c.a.) Armend Lusha è un trentatreenne albanese che ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita in carcere. Era stato condannato in primo grado a 6 anni 3 mesi e 28 mila euro di multa per spaccio di cocaina. In Appello la pena era stata "limata": 6 anni 15 giorni e 27 mila euro di multa. La sentenza era diventata irrevocabile il 4 aprile 2013, ma la riforma della legge sugli stupefacenti, in seguito alla dichiarazione di illegittimità costituzionale della normativa dal 2006 al marzo 2013, ha avuto per Lusha un "effetto svuotacarceri". È vero che spacciava cocaina, droga pesante, ma il fatto era "lieve" e, con la modifica della norma, non può più essere sanzionato con sei anni di reclusione, ma con una pena che va da 6 mesi a 4 anni. Il risultato? Lusha si è fatto 2 anni e 2 mesi di detenzione di troppo. Il suo difensore, l'avvocato trevigiano Guido Galletti, in sede di esecuzione ha infatti ottenuto dalla Corte d'appello di Trieste la rideterminazione della pena in 9 mesi 15 giorni e 2mila euro di multa. Essendo i reati commessi da Lusha risalenti al 2008, ha beneficiato della riforma della normativa.

Il traffico di droga in cui era rimasto coinvolto Lusha, che all'epoca risiedeva a Pravidomini, aveva permesso di recuperare 9 chilogrammi di cocaina. La rete di spaccio toccava tutta la provincia di Pordenone e si reggeva grazie ad alcuni giovani che si trovavano nella doppia veste di fornitori e consumatori. Gli investigatori l'avevano chiamata Operazione Triestina. A livello processuale si era chiusa con una serie di patteggiamenti e riti abbreviati in udienza preliminare. Per Lusha non ci fu istanza di patteggiamento e fu condannato dal Tribunale in composizione collegiale. Una "stangata" che a livello detentivo, in seguito alla rideterminazione della pena, ha pagato tre volte tanto.
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Il Gazzettino