GENOVA Dopo la disperazione per aver perso tutto, lo sconforto dell'attesa. «Non so cosa faremo, ma se non esce qualcosa adesso sicuramente andremo sotto qualche palazzo. Non...
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È lui che si fa portavoce dell'esasperazione di chi non ha più una casa ma anche dell'intera città. «Il mondo del lavoro, delle professioni, del commercio, dei singoli cittadini, il mondo degli sfollati è ferocemente arrabbiato», avverte. «Quella del ponte Morandi è una ferita che va sanata. Noi sfollati siamo la carne viva intorno alla ferita, la parte più dolorante. Poi c'è una zona che piano piano si sta allargando. Se il destino è quello di affondare Genova, il governo ci sta riuscendo». Perciò Ravera pensa ad azioni eclatanti e lancia la proposta di protestare sotto la casa di Beppe Grillo a Sant'Ilario. «Chiediamo il rispetto dei tempi - spiega - tempi che lo stesso ministro Danilo Toninelli ci ha dato alcuni giorni fa quando lo abbiamo incontrato qui. E oggi non ci sono risposte». Gli sfollati vedono ormai come un miraggio la possibilità di poter tornare nelle case a prendere le loro cose.
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Il Gazzettino