La Procura non molla: «Impianto accusatorio solido»

La Procura non molla: «Impianto accusatorio solido»
L'INCHIESTATREVISO (db) «L'impianto accusatorio resta intatto, sia alla luce degli elementi che fanno parte dell'indagine fin dal suo avvio, che di quelli che sono stati aggiunti...

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L'INCHIESTA
TREVISO (db) «L'impianto accusatorio resta intatto, sia alla luce degli elementi che fanno parte dell'indagine fin dal suo avvio, che di quelli che sono stati aggiunti proprio quando avevamo dato il nostro parere negativo alla richiesta di revoca della misura restrittiva. Ora valuteremo se ricorrere al Tribunale del Riesame». Christian Barzan è tornato libero dopo che il gip Angelo Mascolo ha revocato la custodia cautelare in carcere ma la Procura di Treviso, spiega Michele Dalla Costa, tira dritto lungo la strada investigativa intrapresa: per gli investigatori il 22enne avrebbe tentato di uccidere la ex fidanzata Giorgia buttandosi con l'auto contro la macchina di Giuseppina Lo Brutto e prima avrebbe stuprato la ex. «Così come -spiega il Procuratore capo Dalla Costa- per noi resta valida anche l'ipotesi di reato di stalking». Nei confronti del ragazzo le indagini, passate ora al sostituto procuratore Daniela Brunetti, ipotizzano i reati di omicidio volontario, di duplice tentato omicidio volontario (il secondo è quello ai danni di Flavio Cagnato, il marito della Lo Brutto) violenza sessuale e stalking.

GRAVI INDIZI
Per gli inquirenti non è insomma cambiato nulla malgrado la decisione con cui il gip, che ha tra l'altro modificato la misura restrittiva in obbligo di dimora nel Comune di Quinto, metta seriamente in discussione la versione fornita da Giorgia. «Ma quello che riferisce la ragazza -spiega Dalla Costa- trova riscontro nelle dichiarazioni di altri testimoni. Riscontri oggettivi mentre le parole di Barzan, la cui linea difensiva ha evidentemente influito sulla decisione del giudice, non ci sono controprove testimoniali». In Procura sono rimasti tutti sorpresi dalla decisione di Mascolo. «Mi sarei stupito di meno -torna a dire il Procuratore capo- se non fosse stata accolta la nostra richiesta di misura cautelare, se magari il gip avesse chiesto ulteriori approfondimenti sugli elementi che erano stati portati per avvalorare i gravi indizi e la tesi della pericolosità del soggetto. Ma nel dispositivo con cui il giovane viene sostanzialmente rimesso in libertà leggo un sostanziale mutamento della prospettiva. Si tratta di due provvedimenti che dicono uno il contrario dell'altro». Il giudice per le indagini preliminari smonta la versione di Giorgia a partire dal presunto stalking e lo fa sulla base di una serie di messaggi in cui la ragazza sembra cercare Christian invece che sfuggire alle sue ossessionanti attenzioni. «Sì -insiste Dalla Costa- Ma poi ci sono le minacce di morte di lui a lei. Cosa che la donna ha preso molto sul serio». «Inoltre -puntualizza il Procuratore- bisogna tenere conto del fatto che a volte le vittime di stalking per paura del loro persecutore tendono ad accondiscenderlo.
LA VIOLENZA

Stesso discorso per la presunta violenza sessuale. «Per il gip non ci sarebbe la prova della violenza ma per noi è uno stupro -attacca Dalla Costa- è chiaro che non si è trattato di un rapporto tra consenzienti perché esisteva nella vittima il timore di conseguenze ben peggiori se si fosse rifiutata». «Allo stesso modo -conclude- non mi sembra condivisibile l'ipotesi dell'incidente avvenuto per una distrazione: sulla strada non ci sono segni di frenata oppure della perdita di controllo. Ma adesso qualche cosa di più ce lo dirà la perizia».
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Il Gazzettino