LA POLITICA e i partiti

LA POLITICA e i partiti
Concretamente non è successo ancora niente. Indiscrezioni, senz'altro più di un'ipotesi, non ancora una candidatura. Ma il fatto è che il leader del Carroccio, Matteo Salvini,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Concretamente non è successo ancora niente. Indiscrezioni, senz'altro più di un'ipotesi, non ancora una candidatura. Ma il fatto è che il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha deciso di giocare d'anticipo e ha chiesto a Lorenzo Fontana, 35 anni, eurodeputato veronese, commissario del partito a Padova, persona di cui ha grande stima e fiducia, la disponibilità a fare il segretario nazionale (cioè veneto) della Liga nella delicatissima fase di ricostruzione dopo la rottura con Flavio Tosi. Fontana non smania, non ne fa una questione di vita o di morte, ma avrebbe dato la sua disponibilità all'amico Matteo, una volta verificata la condivisione sul suo nome e su una squadra rinnovata. Il nome dell'eurodeputato scaligero circola da un po' e Fontana ha trascorso il fine settimana scorso con Salvini a Milano Marittima alla festa della Lega della Romagna.

Non siamo ancora all'investitura ufficiale ma se Salvini cala il suo asso per le altre candidature la strada si fa in salita anche se la stagione congressuale veneta si aprirà a settembre e si concluderà solo nel tardo autunno.
Ma chi sono gli altri papabili? Da Treviso, patria del governatore Luca Zaia, rimbalza il nome dell'inossidabile Toni Da Re, già sindaco di Vittorio Veneto, leghista della prima ora, vicino a Gian Paolo Gobbo. O quello dell'attuale commissario Gianpaolo Dozzo. Nella partita va incluso anche Massimo Bitonci (foto in alto), sindaco di Padova, ex senatore: nel 2012 si assunse la responsabilità di contendere la segreteria ad un Flavio Tosi col vento in poppa e con Maroni al fianco. Non è che Bitonci pretenda risarcimenti per quell'atto di coraggio, vero è che la sua eventuale candidatura ha ragion d'essere. Come quella, sempre restando a Padova, di Roberto Marcato, il leghista più votato alle Regionali (dopo Zaia), ora assessore veneto allo Sviluppo, molto amato dalla base, ufficiale di collegamento dell'"opposizione" a Tosi negli ultimi turbolenti tre anni. La via istituzionale porta invece alla figura del vicentino Paolo Franco, senatore d'antica militanza (ed esperienza) padana.
Questa è la rosa più accreditata. Piccolo particolare: nessuno dei candidati, da solo, ha i voti per farcela. Per cui dovrà andare a trattare e a fare accordi. Chiaro altresì che se Salvini candiderà Fontana il discorso può considerarsi chiuso e le trattative avranno sì luogo, ma ad un altro livello. È probabile che Luca Zaia non darà indicazioni, non prenderà parte per nessuno, tenendo fede alla ferrea distinzione che si è imposto da tempo tra attività amministrativa e attività politica.

Ma chiunque sarà chiamato a guidare la Liga fino al 2018 dovrà mettere mano ad una situazione più delicata di quanto non possa far pensare l'ampio successo di Zaia e del Carroccio alle Regionali. Una vittoria che ha steso una mano di candore su una Liga veneta che esce in verità ancora convalescente da un periodo devastante. Salvini, dopo la rottura con Tosi, ha scelto l'approccio inclusivo con i tosiani rimasti (tra l'altro anche Fontana è un ex tosiano), i quali tuttavia guardano ancora tutto e tutti con grande sospetto. Il prossimo segretario, insomma, da un lato dovrà saper mediare, ricostruire i rapporti, non dividere, ridurre le tensioni. Zero personalismi e niente più uomini soli al comando. Dall'altro lato dovrà muoversi in sintonia col governatore Zaia e la sua squadra, oltre che col segretario federale. Avrà compiti organizzativi importanti. Meno rispetto al passato, sul piano politico: ad esempio, per evitare i problemi avuti nel 2013 dove decise tutto Tosi in solitaria, con il nuovo Statuto le candidature per le Politiche dovranno avere il benestare della segreteria federale. Al tempo stesso, il prossimo comandante veneto dovrà essere bravissimo a mantenere alta l'identità della Liga rispetto a Milano perchè la voglia di autonomia, fuori e dentro il partito, è sempre tanta. Non a caso è qui che si sono affermati i movimenti indipendentisti: e se i leghisti veneti sentono odore di sudditanza verso Milano, qualunque segreteria nasce zoppa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino